Il Pd sostiene che Chieti, oltre L’Aquila perché città capoluogo di regione, è l’unica Provincia ad avere entrambi i requisiti previsti dalla normativa (almeno 350.000 aitanti ed un superficie di 2500 kmq) quindi non soggetta a riordino come le altre due Province abruzzesi: Teramo e Pescara.
“Il Consiglio Regionale d’Abruzzo non ha purtroppo prodotto una proposta sensata e coerente con le indicazioni contenute nella spending review – dichiarano il capogruppo In Provincia Camillo D’Amico ed il capogruppo in Comune Alessio Di Iorio – questo ha portato il governo a prevedere la costituzione di due nuove province L’Aquila – Teramo e Chieti – Pescara in luogo di possibili tre ossia: L’Aquila, Chieti e Pescara – Teramo. Per questa previsione c’erano tutte le condizioni di rispetto alla norma, di situazione economico – sociale e di contiguità territoriale. L’attuazione solerte e senza una programmazione negoziata dei contenuti della spending reiview produrrà un drastico impoverimento del vasto territorio della provincia di Chieti che è la maggiore dell’intero Abruzzo per l’indice di occupazione, di presenza di grandi gruppi industriali e d’importanti porti, attrattiva turistica. La provincia di Chieti rappresenta il 65% del PIL dell’intero Abruzzo. Le nefaste politiche prodotte dal centrodestra alla guida dei comuni capoluogo, province e regione ha prodotto, per la provincia di Chieti, serissimi danni in termini di peggioramento nel campo sanitario con la chiusura di tre ospedali (Casoli, Guardiagrele e Gissi), tagli di posti letto in quelli di territorio e forte riduzione della presenza della medicina di base soprattutto nelle aree interne. Tagli fortissimi nel campo di trasporti con aggravio di costi per i trasferimenti soprattutto a studenti e lavoratori pendolari. Alcuna seria manutenzione delle strade provinciali e di collegamento alle aree industriali e tra costa ed aree interne. Ampliare la competenza del già vasto territorio della provincia di Chieti, in questo momento storico – concludono i due capigruppo – sostanzierebbe un ulteriore aggravio dei problemi dei residenti nelle aree interne e di quelle comunità più a sud della provincia di confine con la regione Molise che, ai sensi dell’articolo 133 – primo comma della Costituzione Italiana, potrebbero ragionevolmentechiedere di cambiare potestà amministrativa”.