Più in particolare, l’obiettivo del primo cittadino è quello di tenere alta l’attenzione sul rischio di soppressione della Provincia di Chieti, “unica in Abruzzo – precisa il primo cittadino teatino – ad avere i requisiti in base al DL 95/2012, meglio noto come “spending review”. Non cesserò lo sciopero della fame fino a quando non avrò certezza che venga rispettata la legge e Chieti, unica in Abruzzo ad avere i requisiti, continui a conservare il suo status di capoluogo di provincia. Il Governo non può, per un mero calcolo ragionieristico, umiliare i territori, mortificare storie millenarie e negare il futuro a città come Chieti. Sopprimere la nostra Provincia equivarrebbe a distruggere un intero sistema economico, con una perdita di migliaia di posti di lavoro e un indotto inestimabile”.
Il primo cittadino ha chiesto di incontrare il Governo per illustrare le ragioni della sua protesta e di rinviare la decisione del riordino delle Province che rischia in Abruzzo ed in Italia di umiliare territori e popolazioni. “Con a fianco gli assessori comunali Mario Colantonio e Roberto Melideo e i consiglieri comunali Gianni Di Labio, Marco Di Paolo, Palmerino Di Renzo ed Emiliano Vitale – fa sapere – sto attendendo notizie dalla segreteria del premier Monti o da quella del Ministro Patroni Griffi. Fino a quando non avrò risposte continuerò la mia protesta”.
La risposta è prontamente arrivata. In serata il primo cittadino di Chieti ha incontrato il Portavoce del Ministro per la Pubblica Amministrazione, che , chiedendogli a nome del Ministro di cessare lo sciopero della fame, gli ha comunicato che lo stesso Patroni Griffi ha accolto la sua richiesta di incontro che avrà luogo domani mattina, alle ore 8.15, presso il Ministero della Funzione Pubblica. “Sono lieto – ha dichiarato Di Primio – che il Ministro abbia accolto la mia richiesta. Nel corso dell’incontro di domani esporrò al Governo le ragioni della mia protesta a difesa della Provincia di Chieti. La decisione quest’oggi, da parte del Consiglio dei Ministri, di rinviare l’adozione dei provvedimenti sul riordino delle Province è un primo segnale positivo, anche se, resta inteso, che la mia non sarà una cessazione della protesta ma una momentanea sospensione in attesa di auspicabili positivi sviluppi”.
“Esprimo solidarietà e sono idealmente vicino con sincero affetto al sindaco di Chieti Umberto Di Primio, che sta facendo sentire la propria voce a Roma con una iniziativa clamorosa e con il quale ho sottoscritto un documento per conservare l’attuale Provincia di Chieti come già esistente con Chieti Capoluogo. Chiaramente sentiamo il peso di una grande ingiustizia perché la Provincia di Chieti è l’unica in Abruzzo ad avere i requisiti fissati dal decreto sulla spending review e paradossalmente rischia di uscire dal riordino gravemente penalizzata. Se il Governo dovesse decidere per l’accorpamento, siamo pronti a concentrare ogni pressione sul Parlamento affinchè quella decisione venga profondamente rivista. Nel frattempo attraverso l’UPI, l’Unione Province Italiane, ci stiamo organizzando affinchè le giuste e legittime ragioni che portiamo avanti trovino il sostegno del maggior numero possibile di Province italiane”.