L’Aquila. “Dopo il danno, anche la beffa”. È quanto dichiara, con uno stupore misto a rabbia, l’assessore comunale Stefania Pezzopane, che commenta così le polemiche esplose a seguito della sentenza relativa al processo Grandi Rischi, che ha visto la condanna a sei anni di reclusione dei sette componenti della Commissione imputati.
“Il processo alla Commissione Grandi Rischi e la sentenza emanata sono atti specifici volti all’accertamento dei fatti che avvennero a L’Aquila prima del terremoto” commenta la Pezzopane che, all’epoca del sisma ricopriva il ruolo di presidente della Provincia.
“Nessuno” aggiunge “e tanto meno il Comune che si è costituito parte civile, ha mai avuto intenzione di processare la scienza. Piuttosto ci interessa accertare atti e responsabilità di quei componenti della Commissione che a L’Aquila è venuta, non purtroppo per indagare il fenomeno che da mesi colpiva il territorio, bensì per obbedire al comando del capo della Protezione Civile Bertolaso che in una intercettazione telefonica con l’allora assessore regionale alla Protezione Civile, Daniela Stati, affidava agli scienziati il solo scopo di fare ‘un’operazione mediatica’ e ‘tranquillizzare la gente’. La comunità scientifica e quei politicanti da strapazzo che insorgono contro questa sentenza, nulla sanno degli atti processuali e non aspettano, come sarebbe giusto e rigoroso, di vedere le motivazioni della sentenza, ma più comodamente usano la metafora ideologica e davvero poco razionale del ‘processo alla scienza’. Mi sarei aspettata dalla comunità scientifica una presa di distanza dai comportamenti di quei ‘cosiddetti scienziati’ che hanno assecondato il bisogno politico della rassicurazione, invece del bisogno scientifico dell’informazione. Questa coraggiosa sentenza rende un po’ di giustizia agli aquilani truffati prima e dopo il terremoto ed ingannati in maniera vergognosa. Il terremoto dell’Aquila non poteva essere previsto, ma a noi aquilani è stato detto esattamente il contrario. Come può allora una comunità scientifica preferire una difesa ad oltranza di chi è condannato, invece di difendere la scienza dall’oltraggio delle interferenze della brutta politica che in quella circostanza e forse anche in altre hanno usato commissioni, comitati per fini che nulla c’entrano con l’informazione scientifica? Ben vengano allora le dimissioni. Si troveranno sicuramente altri scienziati animati da amore per la scienza e per la buona informazione per farne parte. La Commissione Grandi Rischi in occasione del terremoto dell’Emilia Romagna si è comportata molto diversamente, così come la Protezione Cilvile in più di un’occasione dopo il 6 aprile ha lanciato allarmi meteo, addirittura invitando la popolazione a non uscire di casa. Non mi sembra che quegli allarmi abbiano prodotto se non qualche disagio, gravi ripercussioni. A L’Aquila sarebbe bastato non negare l’evidenza. Mentre nella città ferita, dopo le rassicurazioni, si sono contati 309 morti e migliaia di feriti”.