Chieti, Di Paolo: ‘Casta teatina boccone prelibato per Le Iene e Striscia la Notizia’

bruno_di_paoloChieti. “I recenti ridicoli (spesso anche goffi) tentativi di ‘rampicata forzata sugli specchi’, da parte di alcuni amministratori teatini al fine di giustificare con ogni mezzo davanti all’opinione pubblica la mancata adesione al mio invito di riduzione del 50% dell’indennità di amministratore o del gettone di presenza di Consigliere Comunale, mi hanno convinto ancor più che Valerio Staffelli di Striscia la Notizia troverebbe sicuramente terreno fertile per la consegna di decine e decine di tapiri a questi soggetti, ‘pseudo-amministratori’, che arrocandosi in difesa dei loro presunti sacri diritti retributivi (in altre parole meri privilegi della casta) stanno offrendo ai cittadini di Chieti un esempio di squallore e degrado politico senza precedenti”.

Così il vicesindaco di Chieti, Bruno Di Paolo, risponde ai commenti seguiti alla sua scelta di ridursi l’indennizzo.
“E, probabilmente – prosegue Di Paolo – anche le Iene potrebbero ‘inzupparci il pane’ in questa storia che trova radici nella cultura mia e del mio partito Giustizia Sociale di solidarietà verso i meno abbienti ma che è andata poi a sfociare, inevitabilmente come sempre accade, nell’autoreferenzialità e presunzione dei politicanti posseduti dal delirio di onnipotenza e a certificare, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la figura ‘sempre di moda in politica’ dell’amministratore di professione. E conoscendoli, non mi sono stupito più di tanto quando ho appreso dagli organi di stampa che alcuni consiglieri di maggioranza sarebbero addirittura intenzionati a presentare al prossimo Consiglio Comunale una mozione di sfiducia nei miei confronti per punirmi, in maniera plateale ed esemplare (cosicché nessuno in futuro si possa ancora permettere una cosa del genere), del fatto di aver pubblicamente dichiarato di volermi ridurre l’indennità di vicesindaco del 50% con l’intento di dare un segnale di vicinanza alla cittadinanza che si trova in piena agonia economica, chiedendo al contempo, a tutti gli altri amministratori di seguire il mio esempio. Tradotto in linguaggio non politichese significa che vogliono indurre il sindaco a togliermi la carica di vicesindaco e forse anche a cacciarmi dalla giunta (in barba alle migliaia di voti della mia lista portate in dote alla coalizione) per aver osato in maniera ‘impertinente’ mettere le mani nelle loro tasche con l’unico scopo, a mio parere decisamente nobile, di ridare qualcosa ai cittadini più bisognosi. Credo che sia l’unico caso in Italia, se non addirittura nel mondo, che vede un amministratore rischiare di essere rimosso dalla sua carica per essersi ridotto lo stipendio della metà. Ma questa è Chieti e, soprattutto, questi sono i politici teatini. E allora ben venga la conta sulla mia sfiducia in Consiglio, che pretenderò per appello nominale, cosicché tutti cittadini sapranno nome e cognome di chi desidera sempre e comunque mantenere privilegi e benefit, anche in un momento di grave crisi come quello che stiamo attraversando che obbliga tutte le famiglie a tirare la cinghia, e chi, invece, da buon amministratore consapevole si vuole sentire partecipe e coinvolto nei problemi della collettività. E se qualcuno non avrà modo di leggere i giornali garantisco che sarà comunque informato attraverso l’abituale lettera che invio periodicamente a tutte le famiglie della città sotto lo slogan ‘Informare i cittadini non è solo un dovere… è un vero e proprio obbligo morale’ in modo che ognuno possa valutare, farsi un’opinione e poi andare a votare secondo coscienza nei prossimi appuntamenti elettorali. Mi rifiuto di credere a quanto riportato da un importante organo di stampa locale che nessun amministratore è disposto a seguire la mia iniziativa perché significherebbe l’allontanamento, ancor più marcato, dei cittadini dalle Istituzioni. Al contrario, sono sicuro che buona parte dei miei colleghi di giunta, a cominciare dal indaco, e tanti consiglieri sia di maggioranza che di opposizione in fondo la pensano come me perché hanno più volte dimostrato in questi due anni e mezzo di saper abbinare alla responsabilità della funzione anche l’amore per la città e il rispetto per i cittadini. Per questo sono convinto che la mancata presa di posizione personale di ognuno di loro a supporto della mia iniziativa sia da addebitare in parte alla mia uscita a sorpresa che indubbiamente a creato uno scossone mediatico e in parte al modo con cui ne sono venuti a conoscenza e non certo (almeno spero) per la mancata condivisione del contenuto. In questi giorni diversi consiglieri attraverso i giornali me ne hanno dette davvero di tutti i colori. Ho sopportato tutto finanche le calunnie, le ingiurie, le offese gratuite e le bugie più colossali – conclude il vicesindaco di Cieti – preferendo non rispondere perché non sono mai sceso e non scenderò mai a certi livelli. Mi sta bene tutto … tranne il fatto che finora nessuno ha messo mano al portafogli. Ed è questo il punto!”.

 

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