A parlare è il consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari,Vice Presidente della commissione sanità, dopo aver presentato un’interrogazione “per chiedere che tutti i servizi soppressi siano ripristinati”.
“Quello che accade al Santissima Trinità è iniziato nel 2012”, ricostruisce il pentastellato, “quando il laboratorio analisi ha perso la sua qualifica di struttura complessa. Nel 2014, iniziano le manovre per ridurre gli spazi operativi del laboratorio analisi, di conseguenza i prelievi del distretto di Tocco Da Casauria e di Scafa, che fino a quel momento erano esaminati al laboratorio di Popoli, sono dirottati al laboratorio di Pescara: in un sol colpo Popoli perde la possibilità di processare circa 300mila campioni annui, diminuisce così la sua capacità produttiva. Subito dopo lo spostamento dei campioni dai distretti summenzionati viene cancellata la locale sezione di microbiologia e i campioni microbiologici vengono dirottati al laboratorio di Pescara. Nel 2015-2016 iniziano le sottrazioni degli esami da effettuare e molti esami che si effettuavano nel laboratorio di Popoli vengono trasferiti al laboratorio di Pescara. Sono depauperati in questa logica i settori di chimica clinica, farmacologia, endocrinologia, tossicologia e nefelometria. Una scelta che si traduce nell’allungamento esponenziale delle liste d’attesa a Pescara”.
“E’ di quest’anno”, prosegue Pettinari, “la scelta di far perdere al laboratorio anche la capacità di effettuare l’elettroforesi delle proteine, questa cosa, alla luce di quanto già avvenuto, peggiora la capacità d’intervento dell’ospedale dal momento che l’elettroforesi è esame indispensabile per poter effettuare gli esami radiologici contrastografici tipo tac e rmn. Oltre alla perdita dell’elettroforesi, il laboratorio aveva già subito la perdita di importanti analisi collaterali alla stessa elettroforesi, quali il dosaggio nefelometrico delle catene k e lambda e delle immunoglobuline, dosaggio che costituisce il corollario alla diagnostica presunta di plasmocitoma la cui assenza deve essere sempre accertata prima di poter effettuare la tac o la rmn con mezzo di contrasto. Questa scelta si traduce in un danno incommensurabile per i cittadini, ovvero pone immediatamente l’ospedale di Popoli nella impossibilità di poter effettuare esami contrastografici urgenti e quindi crea ulteriore motivo di allontanamento dei pazienti dalla struttura popolese che andranno necessariamente ad intasare le strutture pubbliche della costa o dovranno rivolgersi a strutture private”.
“E’ assolutamente incomprensibile” conclude Pettinari “laddove si continua a parlare di riabilitazione postcoma privare l’ospedale di un presidio diagnostico, quale quello dell’elettroforesi che, in emergenza, per quel tipo di paziente ma non solo, potrebbe diventare un esame salvavita visto che senza di esso risulterebbe impossibile effettuare la tac o la rmn con mezzo di contrasto”.