Chieti. È stata votata dal Cal la proposta di accorpare le Province di Chieti con Pescara e de L’Aquila con Teramo. Le Province de L’Aquila e Chieti non sono soggette a riordino perché rispondono ai requisiti disposti dal Ministero per quanto riguarda la spending review.
Ora la palla passerà alla Regione e successivamente al Governo. Sulla votazione della proposta si sono espressi i rappresentanti teatini del Pdl e del Pd con pareri in parte discordanti ma concordanti su alcuni punti come il rifiuto di accorparsi a Pescara e la critica al sindaco di Francavilla al Mare, Antonio Luciani, che ha votato a favore del’accorpamento delle due vicine Province.
“Quello che dispiace – ha rimarcato il senatore del Pdl, Fabrizio Di Stefano – è che sono state disattese le aspettative del partito, è stata spostata la votazione, c’è stato il sindaco di Francavilla che ha votato contro. Adesso la palla passa al Consiglio Regionale. È evidente che in Abruzzo la battaglia dei campanili prevale su altro. È importante che anche fuori dalla Provincia i cittadini sostengano la battaglia perché la proposta delle tre Province è la più logica, siamo convinti della bontà di questa proposta per tutta la regione. La nostra visione non è incentrata su Chieti ma sull’intero Abruzzo. Il 23 ottobre le Regioni dovranno dire la loro, dopo quella data si passerà in Parlamento”.
“È chiaro – ha aggiunto l’assessore regionale Mauro Febbo – che la proposta non ha una forza politica tale da essere portata in Consiglio Regionale. Questa non è una battaglia per difendere la città di Chieti, ma la sua provincia. Noi riteniamo che le tre Province non facciano alcun tipo di danno rispetto all’ipotesi di accorpare Chieti con Pescara e L’Aquila con Teramo. Noi continuiamo a portare avanti questa battaglia. Il documento parla del contenimento dei costi, molti ci vedono la cancellazione della parte politica (presidente della Provincia, ecc.), ma non è così perché riguarda la riduzione della spesa. Credo che questa non sia una battaglia che debba essere portata avanti dai partiti, ma sono le città devono affiancare in questo senso. Questa è una sconfitta, vuol dire che in Abruzzo molti non vogliono questo accorpamento ma vogliono qualche altra cosa. Abbiamo venti giorni per far diventare la nostra proposta da minoritaria a maggioritaria. Mi auguro che in città ci sia una presa di coscienza di quello che sta accadendo, questo riguarda tutta la provincia”.
Si è espresso anche il Pd sulla votazione del Cal: “Chi darà il parere forte sarà il Consiglio Regionale – ha affermato il capogruppo del Pd in Provincia a Chieti, Camillo D’Amico – sono rimasto esterrefatto dalle grida di giubilo fuori luogo di Mascia e Testa. La difesa dell’Ente non è di D’Amico o di Di Giuseppantonio, ma di 15 uffici. Noi, come gruppo consigliare della Provincia e del Comune, riteniamo che Chieti e L’Aquila non siano soggette a riordino. Noi vogliamo dare il nostro contributo nella creazione della nuova macroarea, questo percorso di riordino non può svilire il territorio. Il discorso sul riordino è complesso e ampio e non si può limitare alla polemica sulla sede della Provincia. Il Cal non ha fatto un buon lavoro. In questi giorni il Consiglio Regionale sarà costretto a deliberare, il silenzio di Chiodi fa specie perché fino ad ora sono venuti fuori soltanto i campanilismi. Politicamente abbiamo notato che hanno vinto i localismi. Alcuni hanno deciso di tutelare gli interessi della propria comunità e non quelli di un territorio più ampio”.
“La cosa da sottolineare – ha proseguito il capogruppo del Pd al Comune di Chieti, Alessio Di Iorio – è la mancata azione del governatore Chiodi sull’operato del Cal. Il problema vero è che la decisione andrà in Consiglio Regionale, lì il Pd è rappresentato in modo corposo. Gli emendamenti del senatore Legnini sono stati tutti bocciati, tra cui la proposta che il capoluogo della Provincia dovesse essere il capoluogo della provincia più grande. Il riordino della Provincia è stato trasferito ad ordine del giorno ed è stato approvato. Noi chiediamo che il Pdl incominci a discutere e, nonostante le ripetute offese, chiediamo che ci si sieda ad un tavolo e si cominci a lavorare per le proposte”.
“L’unico partito che si è preoccupato di favorire una politica di interesse per l’Abruzzo – ha spiegato il segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti – è il Partito Democratico. La linea del Pdl di Chieti è fallimentare. Di Primio, Di Stefano e Febbo stanno conducendo la città alla più totale emarginazione. Chiedo a Di Primio di stare con noi per avere una sede unica dell’Università e della Asl. Chiediamo al sindaco di sedersi a ragionare a dispetto di un partito che lo ha lasciato in minoranza. Se dobbiamo avere un ruolo sull’Università e sulla Asl, penso che Chieti lo possa avere”.
Francesco Rapino