Pescara. Dopo le accuse mosse da più parti sui ritardi negli interventi sul sito inquinato di Piano d’Orta, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, si difende: “Paradossali le accuse di incompetenza della Provincia e sugli obblighi imposti ad Edison dalla Provincia stessa, come se quest’ultima avesse voluto giustificare lo stato di inquinamento e dilatare i tempi di intervento”.
Il Movimento 5 Stelle prima, il Forum H2o poi, hanno accusato la Provincia di aver fatto ben poco negli ultimi dieci anni, da quando è stata scoperta la discarica di Bussi, per promuovere la bonifica del ricompreso sito di Piano d’Orta di Bolognano (ex Montecatini).
“La vicenda amministrativa dell’area contaminata è molto più complessa delle semplificazioni e sensazionalismi”, afferma di Marco, “la delicatezza della questione avrebbe dovuto indurre le associazioni ambientaliste e la consigliera Marcozzi (M5S)ad una saggia prudenza ed un approfondimento dei passaggi amministrativi. L’idea che la Provincia avrebbe dovuto diffidare Edison S.p.a. fin dal 2008 non considera il sequestro disposto dalla Procura della Repubblica e che solo negli anni 2014-2015 il Ministero, prima, ed il Tar, poi, si sono definitivamente pronunciati sulla possibilità di estendere gli obblighi di caratterizzazione e risanamento anche al responsabile dell’inquinamento, oltre che al proprietario dell’area come inizialmente disposto dalla precedente amministrazione provinciale”.
“Con il mio insediamento (avvenuto nell’ottobre 2014) e a distanza di soli trentasette giorni dalla sentenza del Tar – altro che anni ! – la Provincia ha notificato ad Edison S.p.a. il preavviso di ordinanza”, prosegue il presidente della Provincia, “e, nelle settimane immediatamente successive, la diffida alla quale sta dando esecuzione. Un’ordinanza fatta prima di allora avrebbe seriamente esposto la Provincia al rischio di vedere Edison S.p.a. andare definitivamente esente da ogni tipo di intervento. “Agganciare” Edison S.p.a. all’inquinamento non è stata un’operazione giuridicamente e tecnicamente semplice perché, al di là delle inaccettabili banalizzazioni di chi sa fare solo polemica, la particolare tipologia di contaminazione ha costretto la Provincia a costruire, ed impostare, una diffida su base “presuntiva”: per un sito così rilevante credo che sia uno dei pochi esempi sull’intero territorio nazionale”.
“La sistemazione del sito di Bolognano”, conclude Di Marco, “è stata una delle priorità del programma amministrativo al quale ho dato impulso anche contrastando i ripetuti tagli finanziari subìti dalle province. Confermo quindi che la Provincia si è prontamente attivata, in modo corretto e legittimo, tanto che Edison S.p.a. ha deciso di dare avvio alle operazioni necessarie per riportare l’area ad una fruibilità accettabile”.