Pescara. Ciò che la politica divide, i tagli ‘riuniscono’. Il gioco di parole è intricato, ma spiega bene come, da destra o da sinistra, tutti i partiti riescono a riunirsi sotto un solo campanile quando si parla di riordino delle province. Nella città dannunziana la voce sale univoca: “Pescara deve rimanere capoluogo”.
Divisi, troppo spesso, quasi su tutto. Maggioranze e opposizioni pescaresi vivono l’attuale momento politico come uno degli scontri più vivaci. E invece, basta mettere enti e sedi a rischio, e tutti si riscoprono d’accordo nel lottare per la causa comune. Dopo mesi di silenzio, relativamente al rumore provocato dagli esponenti dei governi locali, anche il gruppo provinciale del Pd giunge oggi a pronunciarsi sul riordino delle province. E non si scosta di molto da quanto afferma la compagine avversaria. “Pescara sarà capoluogo e solo partendo da questo assunto si possono fare riflessioni. Lo prevede la legge, lo chiedono i portatori di interesse e lo impone il sistema economico e sociale del nostro territorio”. Perentorio, questo il pensiero del capogruppo Antonio Di Marco. “E’ arrivato il momento di ricordare che la nostra città è il cuore pulsante dell’Abruzzo. È impensabile volerla spogliare degli uffici periferici dello stato ed è impensabile non considerarla capoluogo della futura Provincia che verrà. Non permetteremo che Pescara sia cancellata dalle cartine geografiche”, ha aggiunto il consigliere provinciale Andrea Di Meo.
Sul’altro fronte, il Presidente della Provincia Guerino Testa si prepara al secondo appuntamento dedicato al tema. Due settimane fa un summit ha convocato Camera di Commercio, Confindustria, sindaci presenti nel Cal e alcuni rappresentanti delle associazioni di categoria, che hanno plaudito alla proposta del senatore Pdl Pastore per la cosiddetta macro-provincia Adriatica. Per sabato 8 settembre, Testa ha invitato anche i rappresentanti dei sindacati, delle associazioni dei consumatori, delle cooperative, e degli ordini professionali, insieme ai vertici di Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, nonché i responsabili di associazioni culturali, Fondazione Pescarabruzzo, Banca Caripe e associazioni di volontariato che operano sul territorio. Ma anche durante questa riflessione allargata, Testa intende ribadire il suo credo, ora supportato anche dal centrosinistra: “Pescara è e resta il capoluogo economico della regione per cui credo che meriti un ruolo di primo piano nel riordino su cui si sta lavorando. Io”, aggiunge il presidente provinciale, “mi preoccuperò di difendere il ruolo di primo piano che Pescara e la sua Provincia hanno sempre svolto così come chiederò che Pescara resti capoluogo di Provincia anche in futuro, come prevedono d’altronde le disposizioni del Governo per le città più popolose. Non è un modo per vantare o alimentare il mio orgoglio pescarese, né il tentativo di svuotare altri territori di servizi, ma la semplice richiesta di riconoscere uno stato di fatto che nessuno può negare”.
Pensier comune, riordino gaudio.