Chieti. Questa mattina in Comune a Chieti c’è stato un Consiglio Comunale straordinario convocato in base alla presentazione di un ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari con il quale dare sostanza al dibattito in corso sul riordino degli Enti programmato dalla cosiddetta “Spending Review” e dimostrare che, come si legge in una nota del presidente del Consiglio Michetti “la città di Chieti e la sua provincia sono qui, più vive che mai, pronte a sancire con orgoglio la pienezza dei propri diritti a rimanere tali e inalterate, sotto tutti i profili: storici, territoriali, culturali, economici”.
L’ordine del giorno è stato votato favorevolmente all’unanimità.
“La Provincia di Chieti – prosegue nella nota Michetti – è l’unica in Abruzzo con i parametri giusti per popolazione ed estensione territoriale e può dunque mantenere il suo status a prescindere da qualsiasi altra motivazione. La Provincia di Chieti è la storica terra dell’Abruzzo Citeriore dove, per secoli, grazie all’origine comune delle sue antiche popolazioni, ci sono sedimentati tradizioni, usi, costumi e culture condivisi. Una vasta area, omogenea, per vocazione ambientale e caratteristiche paesaggistiche tra i fiumi Pescara e Trigno, parzialmente disarticolata solo per costituire nel 1927, la provincia di Pescara. Una provincia, quella di Chieti, prima in Abruzzo per PIL, attività industriali, valore aggiunto pro capite, infrastrutture portuali e stradali. Una provincia, quella di Chieti, che vanta primati di rilievo nazionale con la presenza dell’Università, delle infrastrutture di Archeologia, Arte Sacra e del turismo religioso, del Sistema dei Trabocchi e del parco Nazionale della Maiella, della produzione vitivinicola e ortofrutticola. Una provincia, dunque, di per sè pienamente autonoma e autosufficiente che non ha bisogno di sovrapposizioni e addizioni: sta bene dov’è e com’è. Il riordino riguarda, invece, le province di Pescara e Teramo in quanto non hanno i requisiti previsti dalla Spending Review: queste, se vogliono, possono accorparsi e proporsi come terza Provincia, in caso contrario dovranno accettare le regole dettate dal Decreto e unirsi a Chieti e L’Aquila, ma senza porre condizioni. In tal senso, in caso di accorpamento della provincia pescarese a quella teatina, va ribadito, senza tentennamenti, che la città capoluogo della nuova Provincia non potrà essere che Chieti. Non potrà non essere così soltanto perché Clemente Mastella ha ritenuto di inserire un’astrusa clausola sul Decreto di Riordino per avvantaggiare una città su un’altra nella sua regione. Se la Provincia di Pescara non ha i numeri per conservare il proprio status e dunque viene di fatto soppressa, non si capisce come sia possibile che il suoi omonimo capoluogo, solo perché più popoloso, debba diventare capoluogo della Provincia di Chieti che ha invece tutte le caratteristiche per rimanere tale, a partire proprio dal suo nome. Sarebbe un abominio giuridico, un’inaccettabile sopraffazione per Chieti e la sua provincia. Pescara è la città più grande della regione, ha innumerevoli risorse dovute alla sua posizione geografica, potrà sviluppare il proprio orizzonte urbano ed economico potenziando ulteriormente le proprie infrastrutture commerciali e turistiche, lasci perdere ruoli e territori che la storia e la geografia hanno assegnato ad altri. Su questo tema, pertanto, nessuno pensi che Chieti sia disponibile a scendere a compromessi: gli eventuali accordi, se ci saranno, riguarderanno riequilibri infrastrutturali e direzionali generali da conferire all’intera Provincia, che non metteranno certo in discussione la sede del capoluogo”.
“L’ordine del giorno odierno – ha aggiunto il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio – ci pone di fronte a delle riflessioni di carattere generale che hanno come punto principale il cosiddetto ‘riordino della spesa pubblica’, il quale passa anche e soprattutto per l’accorpamento delle province, sulle quali, è evidente, il Governo ha adoperato una non scelta delegando ipocritamente il da farsi al CAL. Le riflessioni del Governo dovevano essere fatte diversamente, pensando alle infrastrutture viarie e ferroviarie, alle vocazioni dei singoli territori, cose però, su cui niente si è detto e niente si sa, preferendo operare, invece, attraverso calcoli meramente ragionieristici che hanno prodotto la norma che tutti conosciamo e non riflettendo su cosa realmente ci fosse dietro ‘quei’ numeri e ‘quei’ dati. Oggi, dunque, debbo necessariamente ricordare a tutti il valore di questo territorio, quello della provincia di Chieti all’interno dell’Abruzzo (cosa per altro ampiamente descritta dal testo dell’ordine del giorno), ma al tempo stesso, qualora dovessimo conseguire l’obiettivo naturale di questo Consiglio Comunale e quello mio personale, ovvero ottenere per l’Abruzzo l’esistenza di tre province, con Chieti capoluogo della sua provincia, riflettere su un dato ulteriore che pongo anche all’attenzione del Consiglio Regionale ovvero la necessità di riequilibrare il rapporto fra le aree interne della regione e quelle costiere. Ciò che desidero oggi, dunque, per il bene della provincia di Chieti è che il nostro territorio provinciale si stringa attorno al suo capoluogo, a tal proposito giorni fa ho scritto a tutti i sindaci della provincia chiedendo loro di aderire al nostro ordine del giorno non per difendere gli uffici di Chieti ma l’intero territorio, e al tempo stesso lavorare per mettere in moto nuove sinergie affinché quella che risulta essere una provincia trainante per l’Abruzzo non diventi una provincia trainata. Processi di sviluppo nuovi si apriranno a seguito dei riordini – ha concluso il sindaco di Chieti – ma il Governo regionale dovrà essere chiamato a riflettere profondamente su questi cambiamenti pena la marginalizzazione delle aree interne della regione”.