Paglieta. Un’interpellanza urgente per conoscere “quale sia la reale volontà della Regione Abruzzo riguardo il progetto di sviluppo e concessione ‘Colle Santo’ localizzato geograficamente in Val di Sangro e che concerne la coltivazione di idrocarburi e la messa in produzione dei pozzi esistenti Monte Pallano 1 e 2, la perforazione e il completamento di due nuovi pozzi denominati Monte Pallano 3 e 4, l’eventuale perforazione di un ulteriore pozzo chiamato Monte Pallano 5 e la costruzione di un gasdotto di ventuno chilometri e di una raffineria nell’area industriale del Comune di Paglieta”. E’ questo il cardine del documento politico che il Consigliere Leandro Bracco ha depositato all’Emiciclo e sul quale l’esecutivo regionale dovrà esprimersi.
“Dopo la delibera del 9 agosto scorso firmata dal presidente dell’Arap Giampiero Leombroni con cui Arap stessa afferma come ‘sia necessario adottare un idoneo provvedimento in tempi brevi, stante l’urgenza di garantire il proseguimento del procedimento autorizzativo in corso presso i competenti Ministeri’ – rileva l’esponente di Sinistra Italiana – è doveroso che Luciano D’Alfonso si esprima una volta per tutte e nel più breve tempo possibile circa gli effettivi intendimenti che il suo governo ha riguardo il progetto petrolifero che si intende concretizzare in Val di Sangro”. “Il fatto che la delibera presidenziale dell’Azienda regionale delle attività produttive sia stata firmata lo stesso giorno della mia richiesta formale di accesso agli atti – sottolinea Bracco – fa nascere diverse perplessità. Inoltre appare del tutto evidente come proprio questa delibera vergata dal numero uno di Arap Leombroni sia un atto teso a consentire il prosieguo dell’iter amministrativo della concessione ‘Colle Santo’ smentendo di fatto ogni opposizione al progetto”. “Come non notare poi – prosegue il Consigliere – la palese contraddizione dentro cui si muove la Regione Abruzzo che ha sempre ufficialmente ritenuto lo stesso progetto di coltivazione di idrocarburi ‘Colle Santo’ non compatibile con il contesto ambientale salvo poi, tramite la sua controllata Arap, agire all’opposto con l’approvazione nero su bianco di atti ufficiali”. “A quale destino il governo D’Alfonso – domanda Bracco – intende consegnare il territorio della Val di Sangro e il suo tessuto produttivo? La cosiddetta Regione Verde d’Europa ha davanti a sé un futuro dalle tinte fosche caratterizzato dal nero del petrolio? L’esecutivo a guida Partito Democratico dica la verità senza troppi tentennamenti assumendosene le responsabilità agli occhi della cittadinanza. Soprattutto le migliaia di persone che vivono nei territori interessati dal progetto petrolifero ossia Archi, Atessa, Bomba, Colledimezzo, Paglieta, Pennadomo, Roccascalegna, Torricella Peligna e Villa Santa Maria – conclude Leandro Bracco – hanno il diritto di conoscere la verità. E il Governo regionale ha il dovere di non mentire”.