Vasto. “Le parole di Gianfranco Basterebbe, presidente della Sasi (Società abruzzese per il Servizio idrico integrato) pesano come macigni: ‘A Vasto mancano investimenti dal dopoguerra’. E intanto una famiglia composta da quattro persone che nel 2002 spendeva 128 euro per un consumo annuo di acqua di 200 metri cubi, oggi per la stessa quantità tira fuori dalle proprie tasche quasi il triplo ossia la bellezza di 337 euro.
Si dirà: la manutenzione e realizzazione di nuove tubature costa parecchio. Nulla di più vero. Peccato però che nel periodo 2003 – 2009 quasi il 94% degli investimenti programmati pari a circa 105 milioni di euro siano rimasti solo delle lungimiranti e ottime intenzioni. In concreto zero. E allora che fine ha fatto la quantità enorme di denaro derivante dagli aumenti stratosferici del costo dell’acqua?”. Con queste parole il Consigliere regionale Leandro Bracco ha descritto un problema che da sempre risulta essere una notevole criticità che affligge la città di Vasto e il suo hinterland. “Soprattutto nel periodo estivo – sottolinea l’esponente di Sinistra Italiana – in quella splendida località dell’Abruzzo meridionale che è la settima più popolosa a livello regionale si verificano accadimenti che nulla hanno a che fare con un Paese moderno”.
“Tra luglio e agosto scorso – rileva Bracco – dodici famiglie per un totale di una cinquantina di persone prive di acqua per una settimana in via Martiri della Libertà e poi altre duecento senza acqua per giorni e giorni in via Nazzari a Vasto Marina. Per non parlare dei problemi di carattere igienico sanitario che inevitabilmente derivano. E poi il delirio di dover pagare l’acqua due volte: prima alla Sasi e successivamente a privati per far arrivare autobotti. Rabbia, sconcerto, frustrazione”. “Due settimane fa – sottolinea il Consigliere – il sindaco Francesco Menna ha affermato che la dispersione idrica si attesta intorno al 50%. Cifre assurde e allucinanti per una città che ogni anno attira a sé migliaia di turisti per via delle sue molteplici ricchezze naturalistiche e culturali. Numeri vergognosi di fronte ai quali bisogna agire con quanta più celerità possibile al fine di evitare nuove emergenze che hanno addirittura avuto eco nazionale”. “Chiedo formalmente ai vertici Sasi – rimarca Bracco – di rendere pubblici i dati che riguardano la quantità di denaro investito non sulla carta ma nella realtà al fine di migliorare la rete idrica. Il Piano d’ambito 2010 – 2017 prevedeva infatti investimenti pari a 112 milioni di euro”. “Ciò che è accaduto nel Vastese nei mesi di luglio e agosto scorsi è stata una ferita purtroppo non superficiale. Pur essendo consapevole che negligenze e pressapochismo di decenni non possono essere sanati in pochi mesi, mi auguro però che nel breve periodo – conclude Leandro Bracco – si possa dare avvio a un percorso virtuoso di progettualità grazie al quale le scene da dopoguerra che si sono viste alcune settimane fa a Vasto e zone limitrofe possano diventare quanto prima un lontano ricordo”.