“I 5 milioni deliberati dal Governatore D’Alfonso per l’Ater di Pescara non serviranno per risolvere l’emergenza abitativa dei cittadini sgomberati da via Lago di Borgiano, ma per sistemare le case popolari già legittimamente occupate e che comunque necessitano di manutenzione”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, a proposito delle tre palazzine Ater di Pescara sgomberate nelle scorse settimane perché a rischio crollo, sottolineando che “o la delibera è stata scritta male e va rifatta, o occorrono più soldi, e siccome non possiamo scatenare una guerra tra poveri, a nostro giudizio vanno assegnate più risorse, togliendo finanziamenti a opere non vitali”.
Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte, oltre a Sospiri, il Capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara, Marcello Antonelli, e l’ex assessore alla Politica della Casa Isabella Del Trecco.
“Se avesse voluto affrontare l’emergenza di via Lago di Borgiano – ha detto Sospiri – il presidente avrebbe dovuto destinare quelle somme alla manutenzione degli alloggi oggi non assegnati perché inagibili al fine di renderli agibili. Venerdì – ha annunciato – porteremo il dibattito in Consiglio regionale, disponibili a votare una eventuale variazione di bilancio e anche a fornire al Governatore l’elenco di almeno dieci opere non urgenti da cui prendere i fondi strutturali”.
“Proprio a cavallo dell’estate – ha ricordato ancora Sospiri – in seguito ad alcune indagini strutturali eseguite sui fabbricati di via Lago di Borgiano, immobili di edilizia residenziale pubblica, è esploso un bubbone con l’ordine di evacuazione di decine e decine di famiglie da case considerate a rischio crollo. Non contestiamo l’evacuazione, anche se abbiamo sollevato un problema sulle tempistiche, ovvero un provvedimento scattato all’ultimo minuto, senza alcun preavviso, dal giorno alla notte. Il problema dei palazzi di via Lago di Borgiano è strutturale e dunque sarà molto difficile pensare di ristrutturare l’esistente; la gente – ha concluso – non potrà mai rientrare in quelle case, dunque quelle persone vanno ricollocate”.