Casalincontrada. “Non riteniamo che il problema del consorzio dei rifiuti del chietino sia conoscere con cosa vive o vivrà il neo presidente Carulli. Questo riteniamo sia un problema squisitamente politico a cui la risposta ai cittadini la dovrebbero dare i rappresentanti dei vari comuni e specialmente quelli di centrosinistra ancora una volta dimostratisi molto forti e solidali tra di essi nell’occupare posizioni che dovrebbero invece garantire l’operato per il bene comune”.
Questa è la posizione espressa dal capogruppo di Casale Futuro in Consiglio Comunale a Casalincontrada, Sergio Montanaro, sull’elezione del nuovo Cda del consorzio dei rifiuti del chietino.
“Il problema è comprendere, per poi utilizzare l’esperienza fatta, come si sia potuti arrivare ad indebitare un consorzio – prosegue Montanaro – una società pubblico/privata e soprattutto dei comuni e quindi i cittadini, che si dovranno accollare il tutto, operanti in un segmento produttivo che tutti, proprio tutti, Carulli compreso, confermano essere altamente remunerativo. Il problema è comprendere come si possa aver votato bilanci fallimentari e che nessun risultato tangibile hanno prodotto e ostinarsi a votarne ancora e farlo unitamente ai rappresentanti dei Comuni morosi e addirittura eleggere un Cda praticamente di Comuni morosi. Il problema è comprendere la vicenda degli utili di filiera che mai sono arrivati ai Comuni e la reale situazione della Stazione Ecologica sotto molti aspetti, anzi troppi, non chiari e trasparenti, questi sono argomenti realmente importanti per il quale stiamo chiedendo da anni chiarimenti, documenti e soprattutto atti concreti e finalmente trasparenti. Eppure i rappresentanti dei Comuni nella recente assemblea non hanno voluto accettare nessun rinvio e si sono affrettati ad approvare l’ennesimo bilancio fallimentare e a votare per il nuovo Cda e basta. Non vogliono rispondere a nulla e a nessun problema pare si voglia veramente trovare soluzione con atti e fatti concreti. Appare paradossale la presunta valutazione positiva dell’operato e del lavoro del presidente Di Luzio. Mai come in questo ultimo periodo si sono inasprite le tensioni oltre che economiche e finanziarie sia del Consorzio che della partecipata CONSAC con circa 80 dipendenti, tensioni che più volte e ripetutamente con il medesimo ordine del giorno, sono state oggetto di attenzione del Prefetto e spesso si è dovuto ricorrere da parte dei lavoratori allo strumento della proclamazione dello sciopero sino alla messa in atto di vari scioperi per vedersi pagati gli stipendi. Proprio l’opera del presidente Di Luzio, ovvero la manovra di far pagare direttamente ai Comuni anche i servizi di CONSAC, ha letteralmente completato lo svuotamento del consorzio delle proprie competenze che rimarrebbe con il solo pesante fardello della futura gestione post chiusura della discarica esaurita anzitempo nel 2008 e quindi dandogli ancor più i connotati reali di carrozzone che continua imperterrito la propria costosa corsa a carico dei cittadini per portare a spasso qualche politico di turno nominato capotreno. Far pagare direttamente ai Comuni anche i servizi di CONSAC non risolve il problema delle insolvenze dei comuni, sia pregresse che future, oltretutto si è arrivati a fare sconti sul debito accumulato ai comuni morosi. Per dare la cifra della pessima qualità gestionale del consorzio segnaliamo uno dei progetti fallimentari oltre che tardivi che ha portato all’azione giudiziaria con pignoramento per circa 150.000 euro promossa dai tecnici per un progetto da realizzarsi sui calanchi e quindi proprio per questo non approvato dagli organi competenti. Riteniamo che i consorzi fallimentari come questo di Fara debbano essere sciolti nel più breve tempo possibile e che non si tenti di prolungarne la sopravvivenza a discapito dei cittadini e non continuino ad essere passerelle pre-elettorali e luoghi di costruzione di consensi basati su metodi e pratiche clientelari. Non dimentichiamo che tra circa un anno in Abruzzo si voterà per il rinnovo del Consiglio Regionale e non vorremmo assistere a prolungamenti di azioni deficitarie con il bene placito della politica regionale che invece dovrebbe immediatamente dare corso a quello che tante volte ha annunciato: mandarli a casa senza riciclarli”.