Chieti. “Così non si può andare avanti: perseguito dalla legge mentre il sistema sanitario non ottempera alle necessità dei cittadini richiedenti”.
Lo ha dichiarato Fabrizio Pellegrini nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina davanti alla ASL di Chieti. “La salute è un bene primario e va garantita a tutti i cittadini: è un principio costituzionale. Io ce la sto mettendo tutta soffrendo personalmente e mi auguro di poter ricominciare a vivere una vita dignitosa”.
Pellegrini ha poi ringraziato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ed estensore della legge che disciplina l’erogazione dei farmaci a base di cannabis in Abruzzo; il suo avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di AGL Abruzzi, entrambi presenti in conferenza stampa; e Rita Bernardini, membro della presidenza del Partito Radicale, che quest’estate col suo ultimo sciopero della fame ha rischiato la vita per i pazienti nella situazione di Fabrizio, come ha ricordato Di Nanna che ha aggiunto: “Ci troviamo in questo luogo perché la storia di malasanità parte da qui, quando Fabrizio, in condizione d’indigenza, si è visto negato il diritto alle cure mediche gratuite. Così inizia la sua odissea sanitaria e giudiziaria: viene criminalizzato, arrestato e condannato perché malato. E’ qui per rivendicare il diritto fondamentale alla salute a causa di una legge disapplicata da un provvedimento amministrativo. Da oggi riparte la procedura per la richiesta di cure e, laddove si vedesse ancora negato tale beneficio, sarà necessario un nuovo ricorso giurisdizionale”.
“Fabrizio è malato di fibromialgia ed è stato emanato dal commissario ad acta Luciano D’Alfonso un decreto che esclude proprio la fibromialgia”, ha spiegato Maurizio Acerbo. “La legge di cui fui proponente è stata giudicata dagli esperti la più avanzata d’Italia e fu approvata all’unanimità, ma il decreto si basa su un comma che fu abrogato prima dell’entrata in vigore, quindi abbiamo il caso unico di una norma inesistente che cancella una legge in vigore. L’abbiamo fatto presente anche durante un confronto in commissione, ma l’assessore alla sanità Paolucci nega l’evidenza. A causa di questa situazione, i cittadini che hanno il diritto di ricevere i farmaci sono costretti a procurarsi la cannabis per altre vie e a rischiare problemi con la giustizia invece di usufruire dei canali legali: è una vergogna, noi siamo solidali con Fabrizio Pellegrini e con tutti i pazienti abruzzesi a cui è negato l’accesso alle cure”.