Pescara. Presentato ieri alla cittadinanza il nuovo progetto per il Piano particolareggiato 2. L’assessore Antonelli ha illustrato il nuovo volto dell’area attorno al molo e al porto turistico. Piste ciclabili, parchi naturali, e strutture turistiche e commerciali. Ma per l’opposizione è solo guazzabugli e lottizzazione.
E’ uno degli strumenti urbanistici più attesti dalla città, per riqualificare una delle aree meno omogenee con le zone che la circondano, già rimodernate e attrezzate adeguatamente. Il Piano particolareggiato 2 dovrà consegnare a Pescara una nuova faccia delle zone a nord e a sud del porto, rimaste indietro di decenni rispetto alla modernità, attanagliate ancora ad edifici semi-industriali in disuso: vedi l’ex Cofa e l’area dove venivano immagazzinati gli oli combustibili della ditta Di Properzio. L’amministrazione comunale, dopo anni di ingessa mento del Piano, grazie al volano del Decreto Sviluppo, ha messo in cantiere il progetto, redatto dallo studio privato Stanghellini e presentato ieri alla cittadinanza. Tre le sottozone individuate: la A, lungo gli argini del fiume, la B, che corre lungo il molo sud da via Andrea Doria a via Magellano comprendendo anche l’area ex Di Properzio, la C, che costeggia il lungomare sud tra il porto turistico e il centro Paolo VI.
Subambito A. E’quello che corre lungo le sponde del fiume, lungo gli argini. Qui, il Piano regolatore generale non prevede la costruzione di edifici, questione sottolineata anche dal Genio Civile e dal Demanio, visto il permanente rischio di eventuali esondazioni. Qui il progetto prevede verde e piste ciclabili: quella a nord si immetterà nel Parco delle Dune, che sorgerà nell’area della Madonnina. A sud, la pista ciclabile entrerà in una fascia-tampone composta da un boschetto di vegetazione spontanea. Sarà qui che le piccole attività di pesca continueranno ad operare, razionalizzando gli spazi al di sotto dei piloni del ponte sopraelevato per disporre gli attuali.
Subambito B. La zona del molo sud, compresa tra via Andrea Doria e via Magellano e include anche l’area ex Di Properzio, subirà notevoli modifiche. Via Andrea Doria scenderà di grado e diventerà una strada urbana a tutti gli effetti, quindi verrà dirottatoo all’esterno l’eventuale traffico pesante. In questo senso, verrà annullata la rampa dell’asse attrezzato prevista dal precedente progetto, che sarebbe scesa direttamente sulla banchina sud: è stata l’Anas ad opporsi per mancanza di risorse per la realizzazione. In quest’area si concentrerà la superficie fondiaria: il 50 per cento della superficie sarà destinata a centri direzionali, uffici e negozi, e l’altra metà a edilizia residenziale. Di quest’utlima, il 90 per cento sarà dedicato a edilizia pubblica, House sociale, con una quota edificatoria del Comune. Nell’area sono previsti 6 fabbricati, di cui uno alto 50 metri al massimo, come imposto dal cono d’ombra dell’aeroporto, circa 16 piani. Gli altri cinque avranno un’altezza massima di 30 metri, ossia 10 piani. E in tale subambito è prevista anche la costruzione di una scuola, oltre che di aree di cessione che andranno sul fronte strada.
Subambito C. Si sviluppa lungo il litorale sud, compreso tra il porto turistico sino al centro Paolo VI, ossia poco più a sud dell’incrocio tra il lungomare Papa Giovanni Paolo II e via Vespucci. In tale superficie è prevista una capacità fondiaria commerciale, direzionale, alberghiero, ricettivo-turistica, da sviluppare con 4 fabbricati, di cui uno, più vicino al porto turistico, alto 50 metri e 3 alti massimo 30 metri. Per i progettisti, è il vero luogo strategico del Piano particolareggiato, dove si concentra la maggior parte delle dimensioni e la destinazione più pubblica, dove la fondiaria è più concentrata, individuata con soggetti omogenei, lasciando scoperte diverse aree per puntare sulla ‘città alta’. Il progetto prevede, infine, la realizzazione di dune artificiali che conterranno i parcheggi coperto dalle stesse e da un tessuto verde pensato per legarsi al parco lineare della riviera.
Il rispetto del Piano regolatore permetterà alla Giunta l’adozione diretta, senza bisogno di varianti da approvare in Consiglio comunale. Subito dopo ci sarà la pubblicazione per 30 giorni per consentire la presentazione di eventuali osservazioni, che, se ritenute meritevoli di attenzione, ma in variante al Piano, andranno all’esame del Consiglio comunale. Ma la determinata fiducia dell’assessore alla Gestione del territorio Antonelli, che davanti ai cittadini ha affermato “Il Pp2 è perfettamente conforme alle previsioni del Piano regolatore”, era stata anticipatamente spezzata poche ore prima. Il progetto, nella mattinata di ieri, ha già fatto il suo primo passaggio in Commissione Gestione del Territorio, dove ha registrato le critiche dell’opposizione. “Ho la sensazione che il Ppd debba venire in Consiglio comunale fin dall’adozione perché mi sembra che contenga qualche variazione rispetto al Piano regolatore generale”, afferma il consigliere di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo, preoccupato anche per la nuova redazione del progetto: “L’accantonamento della Società di trasformazione urbana e poi il rifacimento del progetto urbanistico del Piano particolareggiato”, aggiunge, “servivano ad aprire la strada a una lottizzazione stile Pp1 di Montesilvano. Si sono persi anni rifacendo tutto da capo non perché si dovesse partorire chissà quale gioiello dell’urbanistica ma probabilmente accontentare i proprietari delle aree che poi sono i soliti noti”.
Gli fanno eco i Pd Del Vecchio, Di Pietrantonio e Corneli: “Quelle cartografie omettono completamente un disegno geometrico che prefigura una visione organica delle varie funzioni lì previste ed attese, ma hanno solo ed esclusivamente ritagliato, all’interno dei singoli lotti delle diverse proprietà, uno lotto ove allocarvi una struttura definita nella sua altezza e nella sua volumetria e lasciato alla libera scelta del privato quale funzione insediarvi”. “Un autentico guazzabuglio”, lo definiscono i Democratici, “per un Piano che è una sorta di libera tutti per tutti i soggetti proprietari di aree dove l’unico indirizzo, a questo punto una sorta di camicia di forza, dato dall’amministrazione è l’individuazione del lotto ove costruirvi l’edificio avendo cura di evitare che questi potessero accavallarsi tra di loro”.
Daniele Galli