Pescara. Un passo dopo l’altro, e il dragaggio non va mai avanti. Il capogruppo Pdl Armando Foschi sbotta contro chi impone ennesime analisi per la vasca di colmata, e presenta un esposto alla Procura: “Perché prima era tutto possibile e ora tutto è insormontabile?”.
Un esposto in Procura per chiedere chiarezza circa le procedure seguite prima del 2009 nel dragaggio del porto di Pescara. Se il basso fondale del canale e della darsena è torbido, per il capogruppo Pdl in Consiglio comunale Armando Foschi altrettanto è la vicenda che continua a paralizzare lo scavo dei fanghi dallo scalo portuale. Tanti, talmente tanti gli inghippi verificatisi attorno al dragaggio che Foschi ipotizza una tela tessuta per tenere bloccato tutto. L’ultimo di questo, la richiesta di ulteriori analisi sul materiale contenuto nella vasca di colmata, nonostante già l’Arta abbia accertato che la vecchia sabbia è pulita, quindi la vasca si può svuotare.
La storiaccia si ripete. Arrivano i soldi del dragaggio, e non si trova la strada per togliere la sabbia dai fondali del porto. Viene nominato un Commissario straordinario che riesce a portare a Pescara la draga più grande d’Italia, ma ecco che il primo giorno di dragaggio la procedura viene bloccata da un’inchiesta della magistratura. Si decide di puntare sullo svuotamento e il riutilizzo della vasca di colmata e si chiedono analisi: “A questo punto i conti non tornano”, sbotta Foschi, “impossibile non vedere dell’altro dietro questa vicenda”.
La disparità del consigliere Pdl si rifà anche sul passato: “Soprattutto circa l’allegro utilizzo della vasca di colmata fatto negli ultimi anni, senza alcuna preoccupazione per l’assenza di impermeabilizzazione, oggi divenuta vitale, senza alcun doppio, triplo, quadruplo esame per accertare la veridicità delle analisi dell’Arta, e soprattutto senza alcuna polemica circa la presenza di una flora e una fauna da proteggere”. Per questo Foschi ha presentato un esposto alla Procura: “Vogliamo capire”, spiega il capogruppo Pdl, “chi ha fatto cosa negli anni precedenti, e perché prima tutto era legittimo e possibile, e oggi ci sono solo ostacoli insormontabili. Vogliamo capire se prima, soprattutto, siano state osservate scrupolosamente tutte le norme di legge e gli obblighi, e in caso contrario vogliamo capire chi ha omesso un eventuale controllo, anche perché il caso Bussi insegna che gli eventuali reati ambientali non hanno prescrizione”. “Vogliamo capire”, aggiunge; “tornando indietro nel tempo, scavando tra le carte, per capire come abbia fatto il centro-sinistra per anni a dragare il fiume e il porto, senza alcun problema, come se prima anziché il fango ci fosse l’oro depositato nel porto canale. E soprattutto vogliamo capire come abbiano fatto per anni a utilizzare una vasca di colmata che, a detta dei tecnici dell’Arta, alcuni dei quali ex consulenti del Comune di Pescara ai tempi del centro-sinistra, è sempre stata inadeguata, inutilizzabile, a rischio perché non impermeabilizzata”.
La storia della vasca di colmata. La banchina artificiale posta alla punta sud del molo, viene utilizzata da tempo per riversarci i fanghi dragati dal porto: la sabbia, una volta essiccata, veniva asportata e utilizzata in vari modo: rinascimenti, materiale da cantiere, ecc. Due anni fa, all’inizio della trafila drammatica dell’ultimo dragaggio, una relazione tecnica blocco la consueta procedura sostenendo che prima di essere riutilizzata, la vasca di colmata andava svuotata e impermeabilizzata per impedire che eventuali elementi inquinanti contenuti negli scavi finissero nuovamente in acqua: opera mai eseguita, costringendo gli enti coinvolti nel dragaggio verso altre soluzioni. Dopo due anni, probabilmente, quello svuotamento sarebbe già concluso e avremmo già la disponibilità della vasca per il dragaggio. E oggi Foschi, come i tanti che sospettano che i pesticidi contestati dalla Procura possano essere presenti nei fanghi del porto da molto più tempo, chiede; “Chi e come ha autorizzato, sino al 2009, l’utilizzo della vasca di colmata per depositarvi i fanghi derivanti dal dragaggio? Chi avrebbe dovuto ordinare la sua impermeabilizzazione prima di autorizzare il suo utilizzo o, in caso contrario, impedire e vietare lo sversamento dei fanghi? Chi ha firmato le carte per consentire quello sversamento e chi avrebbe dovuto effettuare gli opportuni controlli? E soprattutto l’Arta fino al 2009 perché non ha sollevato obiezioni circa l’utilizzo della vasca di colmata?