Una interrogazione parlamentare è stata presentata dall’onorevole di Mdp, Gianni Melilla alla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, per chiederle di “rivedere i tagli d’organico previsti per le scuole della Provincia di Teramo e assicurare anche in questa provincia abruzzese il pieno diritto allo studio, soprattutto in una area colpita dal sisma e dal maltempo in modo così doloroso”.
Nella provincia teramana, infatti, sarebbero 18 gli insegnanti che, nell’anno scolastico 2017/2018, perderebbero il posto, secondo quanto indicato dal nuovo piano, dopo che negli ultimi 10 anni si era assistito già ad una riduzione di organico di oltre 500 unità.
Nel suo documento, Melilla sottolinea come i sindacati scuola di Cgil, Cisl e Uil locali abbiano già fatto presente l’insostenibilità dei tagli decisi dal Miur, che metterebbero in seria discussione il diritto allo studio nelle scuole della provincia. Oltre a ciò non si vedrebbe riformata, per la prima volta, la classe prima nello storico Liceo artistico Grue di Castelli, considerata una vera e propria eccellenza nello studio della tradizione storica della ceramica. Così come gli alunni della prima elementare di Colledara dovrebbero frequentare la scuola di Isola del Gran Sasso, con gli inevitabili problemi di mobilità.
Inoltre nelle scuole dell’infanzia ci sarebbero sono 16 sezioni con una unica insegnante a 5 ore, mentre nelle scuole primarie si formerebbero 23 pluriclassi, anche dalla prima alla quinta, con più di 18 alunni di cui alcuni disabili gravi.
E, nel ricordare alla Fedeli come la provincia teramana sia stata colpita negli ultimi tempi da gravi calamità naturali come terremoto, neve e frane e come ben 16 Comuni rientrino nel cratere sismico dove permangono gravi problemi di ricostruzione materiale e di mobilità interna, Melilla cita anche la nota del direttore generale del Miur del 15 maggio scorso (“per quanto riguarda le aree interessate dai recenti eventi sismici sono mantenute le classi attivate nei comuni colpiti, anche con parametri inferiori a quelli previsti dalla normativa vigente ed è possibile attivare ulteriori classi nei comuni che hanno accolto gli studenti delle zone terremotate”), che non apparirebbe garantito per le scuole della provincia di Teramo.