Chieti. “Sulla situazione finanziaria del Consorzio di Bonifica Sud si continua a non dire tutta la verità. Purtroppo i conti dell’ente vastese sono noti da tempo a tutti e non credo proprio che la soluzione dei problemi sia l’affidamento data all’Università di Ancona al fine di vagliare la situazione economica del Consorzio come annunciato dal commissario Amicone. Ci troviamo, invece, solo di fronte all’ennesimo incarico”.
Questo il commento del presidente della Commissione vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo dopo la recente visita dell’assessore regionale Pepe presso il Consorzio dove “anche lui ha riconosciuto come i debiti del Consorzio sono passati da 19 milioni del 2015 a 18 milioni del 2016. L’assessore ammette che più di qualcosa non è andato per il verso giusto.
“Infatti, – rimarca Febbo – tutti ricorderanno come il Consorzio di Bonifica Sud nell’anno 2016 ha aumentato i ruoli del 57%, maturando un maggior introito di un milione e cento mila euro. A questi vanno aggiunti altri cinquecento mila euro da parte della Regione come contributo straordinario da restituire ai consorziati. Praticamente il Consorzio ha incassato nell’anno 2016 entrate straordinarie pari a euro un milione e seicentomila!! Se la matematica non è un opinione il Consorzio avrebbe dovuto chiudere il disavanzo con un importo, almeno pari a euro diciassette milioni e quattrocentomila! Questo dimostra ancora una volta la gestione fallimentare commissariale che dura da tre anni sotto gli occhi degli agricoltori e delle Organizzazioni Professionali che restano ancora fuori di una deputazione mai rieletta. I dati dimostrano che tutto quello che ho denunciato attraverso gli organi di informazione erano veri. Infatti nel Consorzio di Bonifica Sud, solo lo scorso anno, sono state fatte diverse assunzioni di personale, andando contro il dispositivo del Collegio dei Revisori dei Conti che invece invitava a drastiche riduzione, sono stati aumentati gli incarichi a professionisti esterni e sono stati pagati incentivi a personale pensionato (68.000 euro ad un geometra). Inoltre, sia Pepe sia il Commissario Amicone riferendosi alle cinque centraline idroelettriche, hanno omesso di dire che il Consorzio sotto la guida del Commissario Leombroni ha affidato la loro realizzazione facendo ricorso al “project financing”, ad una stessa impresa, contravvenendo anche le disposizioni dettate dal Decreto di concessione ministeriale per la progettazione delle centraline che vietava espressamente il ricorso a questa forma di affidamento. In buona sostanza il Consorzio per affidare alla stessa impresa la realizzazione delle cinque centraline idroelettriche avrà un entrata annua pari a circa duecentomila euro invece dei due milioni previsti dal Ministero. il Consorzio dovrà restituire anche i soldi avuti per la progettazione: il danno oltre la beffa. Infine per quanto riguarda il ricorso ai finanziamenti revocati, vorremmo ricordare all’Assessore Pepe che la Deputazione Amministrativa dell’Ente, nell’anno 2014 diede incarico ad un avvocato per ricorrere contro il provvedimento di revoca da parte del Ministero dei lavori di completamento e adeguamento funzionale degli impianti irrigui nella Val di Sangro ritenendo la revoca illegittima in quanto era stata la ex Cassa del Mezzogiorno ad essere inadempiente. Auspichiamo, quindi, che si porti avanti con determinazione e convinzione il contenzioso nell’interesse dello stesso Ente ma sopratutto dei consorziati della Val di Sangro che da anni aspettano quell’investimento tendente ad un significativo miglioramento della produzione agricola”.
“Pertanto – conclude Febbo – invito sia l’attuale Commissari sia l’assessore Pepe a risolvere le vere criticità dell’Ente vastese. Il Consorzio di Bonifica Sud con il quarto commissario ha solo peggiorato la propria situazione economica finanziaria senza saper mai trovare delle soluzioni concrete. È urgente che il Consorzio di Bonifica Sud torni immediatamente ad avere un consiglio e una deputazione propria al fine di lavorare per gli agricoltori e non per continuare a dispensare incarichi, consulenze e confusione nel mondo agricolo”.