L’Aquila. A dieci giorni dal voto dell’11 giugno prossimo per decidere il nuovo sindaco dell’Aquila, entra nel vivo la campagna elettorale nel capoluogo abruzzese.
Al centro dello scontro politico tra i sette candidati, si fa sempre più acceso il dibattito sulla questione sottoservizi che sta mettendo in secondo piano argomenti prioritari per la città come ricostruzione ed economia post sisma.
Nel mirino l’appoggio dell’ex presidente dell’Associazione costruttori (Ance) provinciale, Gianni Frattale, al candidato sindaco del centrosinistra, Americo Di Benedetto.
‘Alleanza’ discussa, con reazioni di alcuni degli altri sei candidati sindaco, per il fatto che con la sua Edilfrair il noto costruttore è alla guida dell’associazione temporanea di imprese, riunite nella società Asse Centrale, che ha vinto l’ appalto dei sottoservizi, la commessa pubblica più prestigiosa e ricca (32 milioni di euro il primo lotto, circa 80 il costo complessivo) ancora in corso tra polemiche e ritardi.
La stazione appaltante è la società pubblica Gran Sasso Acqua che Di Benedetto guida da 11 anni: è tuttora presidente e ha detto di volerlo rimanere fino al voto. Altro elemento che fa discutere, è la vicenda delle riserve cioè le richieste economiche per lavori imprevisti che, quindi, non fanno parte dell’appalto.
Stando a dichiarazioni ufficiali del Rup del procedimento, Aurelio Melaragni, la Asse Centrale nei mesi scorsi ha presentato riserve per circa 3,6 milioni di euro con la società pubblica del ciclo idrico integrato che ha riconosciuto 740 mila euro nell’ambito di una transazione, con l’accordo di non ripresentare altre istanze sugli stessi motivi e lo slittamento di un anno e mezzo, fino a fine 2018, del termine dei lavori, giunti a poco più di metà rispetto ai 13 chilometri di tunnel previsti nel primo lotto.
Con le riserve della seconda parte dell’intervento da discutere alla fine dell’opera. Di Benedetto e Frattale, nel frattempo, tra le polemiche, non perdono occasione per farsi vedere insieme dopo che il costruttore era stato il testimonial dell’evento di chiusura della campagna elettorale delle primarie del 9 e 10 aprile scorsi, vinte dall’ex sindaco di Acciano (L’Aquila) sul consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, anche grazie alla massiccia partecipazione di elettori di centrodestra.
“È una vicenda molto grave e inopportuna, la presenza contemporanea, ai fini di propaganda elettorale, della committenza e della stazione appaltante, quando l’appalto ha avuto un’intesa in corso d’opera sulle riserve che, abitualmente, si esaminano a fine lavori”, attacca l’ex procuratore della Repubblica dell’Aquila e di Pescara Nicola Trifuoggi, vicesindaco fino a qualche mese fa e oggi candidato sindaco nella coalizione civica L’Aquila polis.
“A tale proposito, si tratta di una campagna elettorale che sembra incentrata su un secondo fallimento, quello che segue la brutta figura dell’apertura della Banca dell’Aquila, acquisita dalla Banca del Gran Sasso, che ha sede nel Teramano”, prosegue Trifuoggi in riferimento alla presidenza del Comitato promotore del mai nato credito cooperativo aquilano proprio di Di Benedetto.
“Il riconoscimento delle riserve prima delle fine dell’opera è un’operazione disinvolta che potrebbe essere oggetto di indagine sia della magistratura contabile sia di quella penale”, conclude. A criticare in maniera vivace l’intesa Di Benedetto-Frattale sono stati anche il candidato sindaco di coalizione sociale, Carla Cimoroni, il candidato della lista civica guidata da Nicola Trifuoggi, Antonio Congeduti, il segretario comunale di Forza Italia, Stefano Morelli, il candidato di coalizione sociale, Ettore di Cesare, consigliere comunale uscente, e il candidato di Fratelli d’Italia Alessandro Piccinini, anch’egli consigliere uscente.
“Sottoservizi, Gsa e Di Benedetto: cos’altro deve accadere?”.
Lo chiede in una nota la candidata sindaco dell’Aquila per Coalizione Sociale, Carla Cimoroni secondo la quale “c’è ormai l’acclarato conflitto di interessi di Americo Di Benedetto, candidato sindaco con la coalizione di centro, presidente della Gran Sasso Acqua, l’ azienda che riconosce la riserva alla consortile che si è aggiudicata l’appalto, di cui fa parte l’impresa di Gianni Frattale. Lo stesso che si protrae in queste settimane verso generosi sostegni per Di Benedetto in campagna elettorale”.
“Nella vicenda della riserva di 740mila euro riconosciuti dalla stazione appaltante Gran Sasso Acqua Spa (Gsa) alla Asse Centrale Scarl per i lavori dei sottoservizi in centro storico – dice Cimoroni – è persino difficile individuare il fatto più scandaloso.
Una riserva (soldi pubblici aggiuntivi assegnati alle imprese vincitrici dell’appalto) concessa in corso d’opera, caso più unico che raro, che alimenta il dubbio che sia solo la prima volta, ma non l’ultima, prima della conclusione dei lavori”.