Dare la possibilità ai migranti presenti sul territorio comunale di rendere più integrata la loro permanenza a Teramo attraverso dei lavori socialmente utili.
La proposta arriva dal consigliere arancione Gianluca Pomante che critica la mancata partecipazione del Comune di Teramo ai bandi europei per i progetti di integrazione (l’ultimo scaduto a metà aprile) che avrebbe consentito all’amministrazione di offrire ai richiedenti asilo l’opportunità di coinvolgerli nelle piccole opere di manutenzione della città
“Altro che ‘città aperta’”, si legge nella nota di Pomante, “per merito di questi incapaci (nel senso tecnico del termine: “non capaci”) non è stata in grado neppure di coinvolgere questi ragazzi, molti dei quali aventi un grado culturale apprezzabile, in lavori socialmente utili (come invece hanno fatto altre realtà limitrofe), che avrebbero apportato grandi vantaggi alla città, in termini di vivibilità, e che avrebbero permesso loro di essere gratificati, superando quella diffidenza iniziale che gli abruzzesi hanno nei confronti di chiunque (anche solo laziale o marchigiano) e che cessa dopo qualche giorno di interazione”.
Tappare le buche delle strade, tagliare l’erba, fare manutenzione a parchi e giardini, aiutare anziani e disabili, secondo Pomante, avrebbero potute essere attività da affidare loro così come portare la spesa dal supermercato all’auto, “cosa che oggi questi ragazzi fanno per un’elemosina mentre potrebbero farlo come servizio comunale, con maggior soddisfazione di tutti”.
“Invece di approfittarne e trarne beneficio, utilizzando quelle risorse europee che tornano al mittente”, conclude Pomante, “stiamo creando una frattura insanabile tra noi e loro. Inutile lamentarsi della loro presenza. Ci sono e ne arriveranno altri, come dimostra l’ultimo bando della Prefettura che porterà ulteriori 800 migranti nel territorio provinciale. Cambiare la politica migratoria, aiutando questi ragazzi nei paesi d’origine, è compito del Governo centrale. Occuparsi di quelli che sono in Italia, gestirli, integrarli, espellere i soggetti pericolosi e gratificare, in tal modo, le brave persone, come hanno già fatto molti paesi europei, è compito nostro”.