Pescara. Una medaglia d’oro al Valore Civile da assegnare al popolo abruzzese per le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale.
E’ la richiesta fortemente sostenuta da una delle delegazioni Anpi al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, il quale aveva assicurato il proprio impegno presso la Commissione per le Onorificenze della Presidenza della Repubblica.
Sull’argomento interviene il Comitato Anpi ‘Ettore Troilo’, di Pescara, che con una nota stampa sostiene che tale assegnazione debba certamente essere fatta, ma secondo i criteri delle opportune distinzioni e della meritocrazia:
“Il Comitato provinciale dell’Anpi ‘Ettore Troilo’ ritiene che, se non diversamente motivata, la proposta di assegnare una medaglia d’oro al Valore Civile al Popolo abruzzese per le sofferenze patite durante la seconda guerra mondiale, pur lodevole nelle intenzioni, rischia di mettere sullo stesso piano gli Abruzzesi che hanno patito e combattuto il nazifascismo con coloro che invece il nazifascismo lo hanno appoggiato e che per esso si sono adoperati, stabilendo in tal modo una insopportabile equiparazione tra vittime e carnefici: ne deriverebbe uno svilimento ed una banalizzazione della complessità delle vicende belliche e della Resistenza, intesa in ogni sua forma, che non è in alcun modo accettabile”.
“È vero che siamo nel campo delle vicende civili e non militari e che le valutazioni esulano da considerazioni di ordine bellico, ma il riconoscimento di un valore è un atto complessivo, generale, che deve fare i conti con la Storia senza forme di revisionismo: le vicende che vanno dal settembre ’43 al giugno ’44 non possono essere liquidate con un riconoscimento al Valore Civile generico e generalizzato, utile esclusivamente all’affermazione di una “abruzzesità” spendibile per fini che nulla hanno a che fare con la Storia”.
“Le distruzioni e le sofferenze causate dalla presenza nella nostra regione della Linea Gustav individuano chiare e precise responsabilità in capo agli occupanti nazisti ed ai loro alleati fascisti, che erano anche abruzzesi: a loro vanno addebitate le fucilazioni di patrioti a Bussi e Pescara; a loro va attribuita l’uccisione di quasi 1000 civili inermi nella Regione; a loro bisogna rimandare per la deportazione dai territori abruzzesi di centinaia di ebrei ed oppositori politici; ed è loro la responsabilità della morte di circa 50.000 militari italiani internati nei campi di concentramento tedeschi per non aver voluto aderire alla repubblica fascista”.
“Una generica intestazione della Medaglia d’Oro al Valore Civile al Popolo abruzzese, senza alcun distinguo, farebbe torto a chi effettivamente in quei giorni tragici si adoperò per la rinascita della Patria, svuotando la Storia dei suoi contenuti essenziali: abbiamo sempre sostenuto che, al di là dell’umana pietà, i morti in guerra non sono tutti uguali, perché le motivazioni che spinsero a combattere, resistere e morire erano non diverse, ma opposte. Per questo motivo bisogna riconoscere con chiarezza che l’opposizione al nazismo ed al fascismo fu un atto politico, ed è altresì necessario, per questo stesso motivo e al di fuori di ogni forma di revisionismo, distinguere con chiarezza chi combatté per un mondo diverso e migliore da chi abbracciò le ideologie basate sul predominio razziale e sul pensiero unico. Ad ognuno le sue responsabilità”.
“Il Comitato Provinciale dell’ANPI “Ettore Troilo”, conoscendo e riconoscendo il contributo di una parte importante delle genti d’Abruzzo, la nostra parte migliore, alla liberazione della Regione e dell’Italia dal nazifascismo, è dunque favorevole all’attribuzione della medaglia d’oro; ritiene, tuttavia, che essa debba essere assegnata esclusivamente quelle donne e a quegli uomini d’Abruzzo che decisero di opporsi alla barbarie nazifascista, individuando nella Resistenza, in ogni sua forma, lo strumento per il raggiungimento della nostra libertà”.