Il nome fuoriuscito dalla maggioranza è quelli di Massimo Pagnanelli del Pd, e l’opposizione mormora polemiche. “Per giorni abbiamo assistito allo scontro tra i consiglieri Pd Presutti e Pagnanelli che si è concluso con la decisione di premiare il secondo in quanto maggior portatore di voti”, afferma la capogruppo M5s Enrica Sabatini, “poi hanno iniziato a chiedere qualcosa le liste civiche e per giorni è circolata la richiesta rivolta alle opposizioni di appoggiare la candidatura della consigliera di centrosinistra Lola Berardi e che aveva trovato anche un possibile sostegno nel centrodestra che. Neanche per un secondo abbiamo sentito parlare di competenze e di capacità necessarie per svolgere questo ruolo”.
“A tre anni dall’insediamento il vicesindaco ha abbandonato la barca per fare carriera in Regione> prosegue la consigliera M5s Erika Alessandrini, “ed il centrosinistra non è in grado neanche di esprimere un presidente del Consiglio che sia voluto almeno dalla sua maggioranza. Il nome indicato dal Partito Democratico ha generato infatti così tante polemiche, attriti e prese di distanza che, anche se verrà eletto, il consigliere Pagnanelli è un Presidente, nei fatti, già sfiduciato dalla schiacciante maggioranza dell’aula”.
Sono gli stessi pentastellati a delineare lo schema degli accordi nella maggioranza in forza ad Alessandrini: “Emerge che l’alleanza dei sei consiglieri delle liste civiche si sarebbe sgretolata nel momento in cui il Pd avrebbe aperto spiragli per trattative singole”, proseguono le due consigliere, “E così la consigliera Lola Berardi ritirerebbe, secondo le ultime notizie, la sua candidatura a Presidente del Consiglio in cambio di un assessorato, mentre la lista Teodoro, che dà ultimatum di 60 ore al Sindaco, attenderebbe la nomina all’Ater provinciale per Gianni Teodoro, il consigliere Padovano avrebbe la vicepresidenza del Consiglio ed il consigliere Bruno una delega come consigliere esperto”.
“Si è ridicolizzata l’istituzione cittadina a dei livelli inimmaginabili” concludono le grilline, “”che è diventata scenario esclusivo di ricatti politici, spartizioni di poltrone come fossero figurine da scambiare e di scelte basate solo esclusivamente sulla necessità di garantire equilibri interni”.
Sottolinea invece la girandola di assessori il gruppo di Pescara in Testa: “Fino adesso ne sono stati cambiati ben cinque assessori: Sammassimo, Teodoro, Sulpizio, Santavenere e Del Vecchio, è cambiato il vice sindaco e da domani ci sarà un nuovo Presidente del Consiglio, un valzer di poltrone che impone alcune riflessioni”. “Quel valzer”, dicono Testa, Pastore e Cremonese, “è lo specchio dello sfaldamento della sua stessa maggioranza che per tre settimane ha tenuto bloccati i lavori del Consiglio comunale per quel braccio di ferro in atto tra Pd e Liste Civiche le quali tengono di fatto sotto scacco il sindaco, minacciando di far saltare il banco non votando la presidenza di Pagnanelli e piuttosto di proporre un proprio controcandidato, Lola Berardi, ipotesi saltata solo dopo l’ennesimo ’patto del trabocco’, ovvero la promessa dello strapuntino da assegnare a questo o quel consigliere, attingendo anche ai vari Enti strumentali ancora senza un vertice”, riferendosi a Teodoro all’Ater.
“A questo punto”, concludono i tre del centrodestra, “da parte del sindaco Alessandrini sarebbe doverosa una dura presa di coscienza, quella del fallimento della sua azione politica e amministrativa, consapevolezza che, dopo due anni e mezzo di immobilismo, dovrebbe indurlo non tanto a cambiare, per l’ennesima volta, la sua squadra, ma a rimettere direttamente il proprio mandato, restituendo ai cittadini il diritto di tornare alle urne e scegliere una nuova guida per Pescara”.