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Ricostruzione Bussi e Bugnara, inchiesta Earthquake: spuntano nuovi indagati

Pescara. Ci sono otto nuovi indagati nell’inchiesta “Earthquake” della procura di Pescara, che ha portato alla luce presunte tangenti per gli appalti legati alla ricostruzione post-sisma a Bussi e Bugnara.

Si tratta di cinque tecnici, originari di Bussi, Popoli e Sulmona, di un architetto di Chieti e di due imprenditori laziali. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione, falso, tentata turbata libertà degli incanti, sostituzione di persona.

Inoltre, il gip Gianluca Sarandrea ha disposto il sequestro di due appartamenti (uno a Pescara e uno a Silvi) e di un garage a Pescara, ritenuti profitto della corruzione.

L’inchiesta il 13 ottobre scorso aveva portato all’arresto di sette persone, accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta e falso in atto pubblico.

Le indagini dei carabinieri forestali di Pescara, coordinati dai pm Mirvana Di Serio e Anna Rita Mantini, hanno svelato quello che per gli inquirenti è un piano – così definito dagli stessi indagati nelle loro conversazioni – per gestire in modo unitario e sistematizzato l’attività edilizia sugli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009.

Il metodo era l’aggiotaggio e la preventiva assunzione dei numerosissimi incarichi di progettazione per assumere una posizione di sostanziale monopolio degli appalti, anche corrompendo pubblici ufficiali, e per imporre “condizioni contrattuali capestro” tali da costringere le ditte edili a versare grosse somme di denaro per accedere al mercato degli appalti della ricostruzione.

Nell’ambito dell’inchiesta, un imprenditore ha già patteggiato la pena di un anno dopo aver confessato di aver pagato delle tangenti per aggiudicarsi la gara d’appalto per la ricostruzione di una scuola.