Tollo. A Tollo capitale del vino in Abruzzo e uno dei paesi più importanti in Italia per la produzione di vino lavoriamo da qualche anno a importanti progetti strategici di sviluppo in collaborazione con le aziende agricole locali.
Elaborazione di pacchetti turistici sull’enoturismo, partecipazione ad Expò e Abruzzo Open Day, Distretto Rurale, Strade del Vino, Piano Regolatore a consumo negativo di suolo e Carta di Tollo sono i progetti strategici attuati negli ultimi 5 anni a Tollo.
Ora è il momento di rilanciare. Tollo nel panorama agricolo abruzzese si è sempre contraddistinto per la capacità d’innovazione: negli anni ’60 la scelta delle cantine sociali (Cantina Tollo e Cantina Cooperativa Coltivatori Diretti che hanno oltre 1.000 soci), l’uva da tavola in serra negli anni ’80 e la Doc Tullum negli anni 2000.
Tollo è uno dei paesi più vitati d’Italia (9 kmq di vigneti su una superficie totale di 14.88 kmq pari al 60,5 %), con una produzione di circa 900.000 quintali d’uva e 72.000 ettolitri di vino e con circa 750 partite iva agricole oltre il 60 % delle famiglie.
Coerentemente con lo spirito laborioso e innovativo dei tollesi dal 2015 stiamo lavorando a 3 progetti strategici per creare sviluppo e lavoro nel rispetto dell’ambiente.
La scelta dell’agricoltura ecosostenibile è già stata fatta nel Dicembre quando abbiamo approvato un PRG che vincola/tutela l’84.6 % del territorio comunale rendendolo inedificabile e retrocedendo a destinazione agricola circa 22 ettari di terreni, riducendo gli indici di costruzione da 1.2 a 0.8 metri cubi su metri quadri, concedendo incentivi volumetrici e monetari a costruisce utilizzando materiali in bioedilizia e garantendo performance ambientali elevate.
I progetti stratecìgici in campo agricolo su cui l’amministrazione comunale di Tollo sta lavorando da mesi sono: il Biodistretto, la Banca della Terra e la Cooperativa di Comunità in agricoltura.
BIODISTRETTO. Un biodistretto è una realtà che ha come obiettivo la valorizzazione dell’economia e delle tradizioni locali. Per fare questo si cerca di soddisfare sia le esigenze dei produttori con la ricerca di mercati locali, l’attivazione di servizi integrati territoriali, il riconoscimento del ruolo del Bio-agricoltore, sia quelle dei consumatori con la sicurezza alimentare, la conoscenza dei luoghi di produzione del cibo e la ricerca di prezzi equi con il coinvolgimento della istituzioni pubbliche.
Nel Bio-distretto, la valorizzazione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità, per raggiungere un pieno sviluppo delle potenzialità economiche, sociali e culturali. per raggiungere questo scopo si incentivano anche le produzioni a filiera corta, la creazione di GAS (gruppi di acquisto solidali) o GAC (gruppi di acquisto collettivi) e le mense pubbliche biologiche.
Oggi sono quasi mezzo milione gli italiani che vivono nei 13 bio-distretti, distribuiti in 10 regioni e oltre 120 comuni con più di 2000 le aziende biologiche che vi operano occupando una superficie totale di 6.400 chilometri quadrati, per un totale di oltre 8.000 ettari di superficie agricola utilizzata. IL NOSTRO SARA’ IL PRIMO IN ABRUZZO.
LA BANCA DELLA TERRA. E’ definita come un inventario, completo e aggiornato, dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata che possono essere messi a disposizione di terzi, tramite operazioni di affitto o di concessione. Si tratta quindi di un elenco costantemente aggiornato di particelle catastali agricole e/o forestali che possono essere date in uso a chi le richiede. L’elenco è dinamico in quanto settimanalmente vengono inseriti nuovi bandi o avvisi, mentre vengono eliminati quelli per cui sono scaduti i termini per la presentazione delle domande. Chiunque può partecipare alle selezioni per la concessione/affitto di un terreno o di un’azienda inserita in banca della Terra. Nel caso delle terre pubbliche, così come anche per i terreni abbandonati, al fine di rispondere all’esigenza di favorire l’accesso dei giovani ai terreni, la normativa prevede, qualora ci fossero pluralità di richieste di assegnazione, di tener conto dell’obbiettivo del ricambio generazionale e pertanto di valutare l’età (maggiore o minore di quaranta anni) e l’eventuale qualifica professionale (titolo di Imprenditore Agricolo Professionale – IAP) dei richiedenti. A Tollo, così come in tutto il resto del paese, è diffuso il fenomeno del “ritiro” dei campi dalla coltivazione; tale fenomeno, talvolta connesso a difficoltà oggettive nel ricambio generazionale e nell’eccessivo frazionamento dei terreni, può creare pericolosi fenomeni di dissesto idrogeologico e di rischio di incendi, oltre ad un deterioramento ambientale e una perdita di produzione locale. Per cercare di arginare il fenomeno, e nell’ottica di permettere l’apertura o l’ampliamento di aziende agricole, con una spinta alla imprenditoria agricola, la legge regionale n°26/2015 stabilisce che i Comuni censiscano i terreni abbandonati presenti sul proprio territorio al fine di renderli disponibili a coloro che ne faranno richiesta per la coltivazione.
COOPERATIVA DI COMUNITA’ NEL SETTORE AGRICOLO. La cooperativa di comunità è un modello di innovazione sociale dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi, è un modello che crea sinergia e coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità. La cooperativa di comunità, per essere considerata tale, deve avere come esplicito obiettivo, quello di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Questo obiettivo deve essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi che incidano in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica della comunità. Non contano dunque la tipologia della cooperativa (di lavoro, di utenza, sociale, mista, ecc) o la tipologia delle attività svolte, quanto piuttosto la finalità di valorizzare la comunità di riferimento.
E’ chiaro che le cooperative di comunità valorizzano la centralità del capitale umano, il che significa impostare modelli organizzativi e gestionali che favoriscano la partecipazione e coinvolgimento. Si tratta di esperienze che coniugano le tematiche e valori della cittadinanza attiva, della sussidiarietà, della gestione dei beni comuni e la solidarietà.
Ogni cooperativa è unica e inimitabile nel suo genere, per dimensioni, obiettivi e attività, perché diverse e uniche sono le peculiarità della comunità, diversi i bisogni e le modalità di risposta che affondando le proprie radici nella storia e nei modi di essere di quella specifica comunità. Non esiste una tipologia specifica di “cooperativa di comunità” e come tale non è ancora riconosciuta giuridicamente. Manca un quadro normativo nazionale mentre la Regione Abruzzo ha già disciplinato la cooperazione di comunità.