Chieti. “Tutti in piazza a Capodanno tranne Chieti”. È quanto lamenta il coordinatore regionale Giovani Italia dei Valori Abruzzo, Giampiero Riccardo, che denuncia l’incapacità dell’amministrazione Di Primio di “gestire con raziocinio i pochi soldi a disposizione”.
“Festeggiare il nuovo anno in piazza è ormai una tradizione consolidata anche in Italia – commenta in proposito -. Con qualche euro in meno in cassa ma tanta inventiva, le amministrazioni locali offriranno ai cittadini opportunità anche minime, per dare il benvenuto al 2012 in tutti i capoluoghi di Provincia dell’intero stivale. In tutti tranne uno: Chieti. L’aumento delle tariffe e l’addizionale Irpef recentemente approvata non riescono a colmare l’assenza di risorse, che a Chieti s’accoppia all’incapacità di gestire con raziocinio i pochi soldi a disposizione da parte dell’amministrazione Comunale e al menefreghismo che sublima in cinismo, distintivo dell’attuale classe politica (fatte salve alcune eccezioni). Soltanto parlando di cinismo e incapacità infatti, riesco a giustificare il ripetuto esaurimento del budget per le manifestazioni pubbliche prima del 31 dicembre. Quel poco che c’è da spendere è precedentemente dissipato in eventi dallo scarso rapporto qualità prezzo, oltre che dal relativo interesse suscitato nella maggior parte della popolazione. Bisognerebbe iniziare a chiedersi ad esempio, se i quasi 250mila euro destinati alla “Settimana Mozartiana” non siano più che altro un lusso che l’economia cittadina in questo momento non può permettersi; inchiodata com’è alle vicende umane degli operai ex Burgo, della Sixty, della Teateservizi e di tutte le altre famiglie in difficoltà. Alla gestione approssimativa e spesso clientelare delle risorse, si aggiunge anche il danno alle casse provocato da quei consiglieri comunali, che per i motivi più banali hanno spesso fatto mancare il numero legale durante l’assise pubblica. Sommando il costo delle numerose seconde convocazioni, dei gettoni di presenza addizionali e delle spese di gestione, quanto è costata ai cittadini la lotta tra bande in aula? Il Capodanno in piazza poteva rappresentare un momento di sana e meritata distrazione, senza alcuna distinzione di ceto sociale, dopo un anno (più di uno) di patimenti. Avremmo potuto confortarci reciprocamente in un unico abbraccio collettivo; dando il bentornato ai tanti giovani teatini che studiano o lavorano fuori regione, riappropriandoci per una notte di quella Piazza San Giustino normalmente umiliata e adibita a sosta privata. Invece questa politica c’ha negato anche quello. La vecchia Teate si arrangerà – conclude Riccardo -: chi non potrà permettersi sfarzi resterà a casa, pochi cercheranno sollievo altrove. Io e gran parte dei Teatini, il nostro sollievo l’avremo solo quando questo metodo di rapportarsi alle persone e alla vita sarà definitivamente estinto, tornando a rispettare e dare un valore sacro a chi le tasse le paga per migliorare la qualità della vita di tutti, non per mettere le “pezze” agli errori commessi da alcuni amministratori”.