E’ quanto detto da Giampiero Riccardo, coordinatore dei Giovani Italia dei Valori – Abruzzo che ha continuato dicendo: “L’accordo tra Enti e investitori privati, cardine del progetto In.Te.; che prevedeva finanziamenti anche governativi, non è mai arrivato sui tavoli nazionali. Dalle parole non s’è mai passati ai fatti. La politica teatina avrebbe dovuto muoversi in netto anticipo; quando i primi intoppi amministrativi hanno iniziato a manifestarsi. In che modo? Guardando all’Europa in modo diretto. I fondi messi a disposizione dall’Unione Europea sono di due tipi: a gestione indiretta (in cui gli stati e le regioni partecipano alla gestione, secondo criteri già fissati a livello europeo) e a gestione diretta (da parte della Commissione Europea). L’accesso ai fondi indiretti è molto più semplice per le amministrazioni pubbliche, in quanto segue logiche simili al trasferimento delle risorse dai governi nazionali e regionali ai Comuni; ma diversi intralci burocratici ne ritardano la ricezione. I fondi a gestione diretta invece presuppongono l’attivazione di un partenariato, in aggiunta a una maggior qualità progettuale; ma alle maggiori difficoltà in fase propositiva dei progetti, corrisponde un protagonismo diretto del richiedente nell’iter amministrativo, bypassando tavoli decisionali nazionale e regionali, e altrettanta rapidità all’atto dell’erogazione. Sarebbe stato auspicabile e sintomo di lungimiranza politica da parte degli amministratori di Chieti, promuovere una sinergia tra ente Comune, Provincia e Università D’Annunzio; finalizzata alla richiesta di contributi comunitari di questo secondo tipo, ovvero a gestione diretta, da utilizzare per la riconversione industriale di Chieti Scalo. Fin quando questa classe politica e dirigenziale non avrà la capacità di passare da un approccio passivo a uno strategico e programmatico, Chieti e il suo comprensorio saranno private dei capitali fondamentali per la ripresa economica. Invito chi fino ad oggi è rimasto colpevolmente immobile, ad assumersi le proprie responsabilità politiche e subito dopo aver chiesto scusa ai lavoratori Burgo, a farsi da parte”.