Pescara, Mascia vuole casa d’Annunzio: per il Pd non si può acquistare

dannunziocasaPescara. L’amministrazione comunale vuole acquistare la casa d’Annunzio. La volontà della Giunta Mascia è stata espressa in una delibera del 17 novembre, ma il Pd già protesta per la gestione economica e artistico-culturale della maggioranza di centrodestra.

“Il solo pensare che la casa natale di Gabriele d’Annunzio possa essere affidata alle amorevoli premure del Comune di Pescara e gestita con la stessa sensibilità e visione culturale-artistica espressa nella riqualificazione di Via Firenze o di Piazza della Rinascita, fa accapponare la pelle”. Ironico e lapidario il primo commento che Enzo Del Vecchio e Paola Marchegiani, consiglieri comunali Pd, fanno della proposta avanzata dalla Giunta Mascia per l’acquisto della casa-museo di corso Manthoné. Eppure, l’amministrazione Mascia, sembra seriamente intenzionata a richiedere all’Agenzia del Demanio dello Stato ed al Ministero dei Beni Culturali, in virtù del decreto legislativo sull’attribuzione agli enti locali di un proprio patrimonio, in attuazione dell’articolo 19 della legge 5 maggio 2009, n. 42, l’acquisizione della “Casa Natale di Gabriele D’Annunzio e la Fortezza Borbonica” con la finalità di “accrescere il proprio patrimonio storico artistico”. La precisa manifestazione di interesse è stata calata dall’amministrazione Mascia nella deliberazione di Giunta Comunale n. 891 approvata il 17 novembre scorso. “Ancora una volta a Mascia e company sfugge completamente il senso della riflessione e della valutazione del particolare momento economico-politico che sta attraversando il mondo intero, e quindi anche il nostro Paese, che dovrebbe spingere ogni buon amministratore ad impegnarsi, senza soluzione di continuità, per garantire che le poche risorse oggi disponibili – umane e finanziarie – siano utilizzate per finalità di utilità pubblica di primaria importanza con il precipue fine di salvaguardare il patrimonio esistente e la vita sociale e collettiva della comunità pescarese”, proseguono i due democratici.

Del Vecchio e Marchegiani non nascondono “il recondito desiderio che la nostra realtà territoriale, indipendentemente dalle sigle degli enti pubblici e/o soggetti privati interessati, possa disporre di un sistema integrato di beni artistici e storici da inserire in una filiera in grado di incrementare l’offerta di conoscenza culturale in un circuito virtuoso che accresca la nostra economia”, ma allo stesso tempo portano avanti la vena ironica della polemica, aggiungendo: “senza, per questo, dover indebolire l’immagine del Comune di Pescara così come ampiamente delegittimato anche nella minimale organizzazione del Festival d’Annunziano”. “La superficialità dimostrata con l’adozione della deliberazione 891/2011, priva di qualsiasi valutazione della situazione in essere financo nella semplice gestione dei beni attenzionati dal vulcanico Sindaco Mascia, e la mancanza di uno studio circa la loro valorizzazione futura conferma la pochezza di idee e la faciloneria di questa amministrazione”, chiosano.

Per il vice capogruppo e per la responsabile culturale del Pd pescarese sarebbe stata necessaria la valutazione coinvolta della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici d’Abruzzo e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, che hanno sede proprio nella casa natale del Vate, “e che già hanno avuto modo di chiarire che queste strutture non sono ricomprese tra quelle che potrebbero essere trasferite agli enti locali poiché ricorrono le condizioni previste dallo stesso decreto che”, tengono a precisare, “esclude, al comma 2 dell’articolo 5, dal trasferimento gli immobili in uso per comprovate ed effettive finalità istituzionali alle amministrazioni dello Stato”

In ultimo, alla polemica si aggiunge quella sui costi della struttura, onerosa da mantenere qualora venga acquistata: “Chissà che l’aver potuto apprendere, da parte dei due Enti sopra citati, di quante maestranze sono necessarie per il mantenimento in vita del museo della casa di d’Annunzio e di quanto necessita per la manutenzione di quegli stessi edifici, oltre a conoscere che i predetti Enti allocano nelle strutture interessate oltre 20 dipendenti, il Sindaco Mascia, forse, avrebbe avuto un approccio diverso e più responsabile”.

 

Daniele Galli


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