E parla della dignità dell’esser sindaco e la profondità della missione politica poiché “fare il sindaco non è una cosa ordinata dal medico. È la vocazione di chi si sente chiamato a fare il bene della sua città e dei suoi abitanti. Fare politica è una missione importantissima perchè la politica è la forma più alta, ampia, moderna ed efficace della carità”.
Ciò che Molinari auspica per la città è l’elezione di un sindaco veramente umile e capace di dialogare: “Signore donaci un sindaco umile, che riconosce i suoi limiti e sa chiedere la collaborazione di tutti. Donaci un sindaco che sa dialogare e confrontarsi con tutti ma che, alla fine, sa decidere per il bene di tutti”.
Il sindaco futuro non dovrà pensare al consenso facile, ad andare in Tv o a rilasciare interviste, ma soprattutto al fatto che “tutti, pur non vedendolo, sperimentino che è sempre presente. Non con le chiacchiere, ma con i fatti”.
L’attenzione ai cittadini dovrà essere una dote fondamentale del prossimo primo cittadino perché “al centro della politica e degli impegni amministrativi ci sono le persone, le famiglie, i lavoratori, gli imprenditori e tutti i cittadini”. In particolar modo il nuovo sindaco dovrà avere come punto di riferimento i valori veri: “vita, libertà, famiglia, giustizia, attenzione ai piccoli e ai poveri”.
La città in futuro avrà bisogno di un sindaco forte, che “non si pieghi alla sfiducia e allo scoramento” e che “non pronunci mai parole di disperazione ma che semini sempre tanta speranza”.
Nella sua preghiera, l’arcivescovo desidera un Amministrazione aperta e collaborativa con le altre istituzioni perché “nessun Comune può fare da solo. Ma deve saper trovare sempre il giusto raccordo con le altre realtà”.
Mons. Molinari continua la sua preghiera dicendo: “Signore, non ci interessa che il sindaco sia un cristiano di centro, di destra o di sinistra. E neppure che sia un democristiano. Basta che sia, più semplicemente, un buon cristiano”.
Un post-scriptum alla fine della preghiera sorprende lo stesso arcivescovo. Il Signore risponde alle richieste del pastore con queste parole: “Perché mi volete costringere a fare ciò che da soli potete già fare benissimo? In fondo basta che ognuno di voi sappia usare una matita, e mettere una croce sulla scheda. E avrete il sindaco che desiderate!”.