Pescara. ‘Ho temuto per la sua vita. Non lo lasciavo mai, avevo paura che si sparasse’. E’ il racconto, tra le lacrime, della moglie di Vincenzo Angelini, Anna Maria Sollecito, testimone al processo su presunte tangenti nel mondo della sanità abruzzese. La donna ha riferito ai giudici che il marito nell’ottobre del 2007 era molto depresso e che non riusciva più a dormire.
‘Cercavo – ha detto – di capire il motivo del suo stato ma lui era chiuso, impenetrabile. Dopo aver tanto insistito si e’ aperto e mi ha raccontato delle pressioni che subiva da Del Turco, Cesarone, Quarta e il loro entourage. Minacciavano mio marito dicendogli che se non avesse aderito alle loro richieste di denaro avrebbero fatto fallire l’azienda’. La moglie dell’ex titolare di Villa Pini ha detto di aver saputo dal marito di quattro dazioni effettuate nel 2007. ‘Ho cercato – ha aggiunto – di convincere mio marito ad andare dai carabinieri e quindi gli ho detto di mantenere tracce di questi soldi. Lui non voleva perche’ temeva per il futuro della clinica e per quello delle nostre figlie’. La donna ha riferito di essersi lamentata una volta con Cesarone sulla situazione della clinica: ‘lui disse a mio marito che doveva stare zitto, di stare attento e che se non fosse stato per loro l’avrebbero gia’ arrestato’. La testimone ha sostenuto che Cesarone forniva anche i nomi di alcune persone da assumere. Dal marito avrebbe saputo anche dei soldi dati all’ex manager della asl di Chieti Luigi Conga e di 15 mila euro all’ex assessore Boschetti. La moglie di Angelini ha parlato anche di Masciarelli: ‘voleva che mio marito vendesse la Sanatrix a Vittorini, ma noi non volevamo’. La testimone ha aggiunto che non avevano intenzione neanche di vendere Villa Pini a De Benedetti. Tra le altre cose ha parlato anche della gestione della clinica di Gianluca Zelli: ‘al suo arrivo mio marito non ha più avuto voce in capitolo’. Nel corso del controesame la Sollecito ha detto che quanto riferito in aula gli e’ stato raccontato dal marito, su alcune domande si e’ avvalsa della facoltà di non rispondere, in quanto imputata a Chieti per bancarotta. Da segnalare le urla di Angelini a Conga: ‘non ti vergogni a guardarmi? Che guardi? Fai lo spiritoso?’. Segue il richiamo del presidente del collegio e l’uscita di Angelini dall’aula. Poco dopo la replica di Conga: ‘non ho fatto nulla, non lo stavo guardando’.
‘Masciarelli faceva il direttore a tutto tondo. Ero diventato il mero esecutore di decisioni che venivano prese altrove’. Lo ha detto, stamani, a Pescara, Giovanni Carusi, direttore regionale alla sanita’ dal 2000 al 2004, nel corso del processo all’ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco per presunte tangenti nel mondo della sanita’. Carusi, chiamato a testimoniare dall’accusa, ha riferito ai giudici il motivo delle sue dimissioni dall’incarico di direttore durante l’assessorato di Vito Domenici. Il teste ha raccontato al collegio di un elenco di consulenze da affidare fornitogli da Domenici e la sua contrarieta’ in quanto non conosceva le persone indicate. A spingerlo alle dimissioni la presenza di Giancarlo Masciarelli che , pur non essendo all’epoca ancora presidente della Fira e neanche consulente, ‘la faceva da padrone’. Il testimone ha poi parlato delle cartolarizzazioni e degli atti transattivi tra le asl e le cliniche private a saldo dei crediti vantati. Carusi ha anche riferito delle cattive rendicontazioni fatte da alcuni ex direttori generali relativamente al disavanzo sostenendo di averli per questo esautorato dal loro incarico. Su questo punto e’ intervenuto l’ex manager della asl di Chieti, Luigi Conga, imputato nel processo, sostenendo che lui e gli altri direttori non sono stati cacciati da Carusi in quanto non aveva l’autorita’ per farlo. ‘ Siamo stati esautorati- ha detto- per questioni meramente politiche. Ci siamo rivolti poi a due tribunali e ci hanno dato ragione’. Si e’avvalsa invece della facolta’ di non rispondere un’altra testimone Serena Palamanella. La donna e’ indagata per riciclaggio in un procedimento parallelo a questo. Intanto per il 25 ottobre il procuratore capo Nicola Trifuoggi e i sostituti Giuseppe Bellelli e Gianpiero di Florio sono stati chiamati dalla commissione di inchiesta presieduta dal senatore Ignazio Marino per riferire sulla corruzione nella sanita’.