L’Aquila. Bene le primarie, ma la data del 18 dicembre è troppo vicina. È quanto sostiene il coordinatore Sel L’Aquila, Giustino Masciocco che, in una nota, torna a ribadire per conto del circolo aquilano, la posizione del partito vendoliano.
“Superare il governo dei commissari e delle legislazioni speciali” scrive “è condizione necessaria e prioritaria, perché su di essa si è consumato lo svuotamento delle istituzioni rappresentative e del ruolo delle comunità locali, ma non è condizione sufficiente se non si ristabilisce un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni a partire dal Comune che è il luogo più vicino agli abitanti del territorio”.
Sel è convinta che per ottenere questo risultato sia necessario compiere una scelta di discontinuità e che in questa fase il clima politico “non permette di presentarsi agli elettori con un patto esclusivo tra i partiti del centro-sinistra che ignori la straordinaria vitalità e voglia di partecipazione espressa in questi anni difficili dai cittadini, dai comitati, dalle associazioni, dalle organizzazioni sociali”.
“Per questo” aggiunge “abbiamo proposto le primarie non come strumento di legittimazione dell’attuale gruppo dirigente, ma come strumento di innovazione che permetta ai cittadini di far pesare le proprie scelte e che eviti un’eccessiva frammentazione della proposta politica da fare alla città. L’Aquila ha bisogno dei cittadini per costruire la buona politica, quella utile a ricercare soluzioni ai problemi e non a costruire rendite di posizione, ma la ricostruzione fisica, sociale e del lavoro ha bisogno anche dei partiti con cui condividere, rappresentanze, responsabilità, legame con lo scenario nazionale ed europeo. Per questi motivi pensiamo che non si possa costruire un programma studiato a tavolino, ma puntiamo a un’alleanza tra una pluralità di forze disposte a costruire idee e progetti insieme con i cittadini chiamati ad esprimersi e a partecipare attivamente, in varie forme (web, assemblee, concorsi di idee), su una griglia di temi ritenuti prioritari per la ricostruzione della città, per fare dell’Aquila un laboratorio nazionale, un grande cantiere di sperimentazione di democrazia rappresentativa e partecipativa. La scelta del 18 dicembre, data ipotizzata per svolgere le primarie, non ci convince, risulta troppo vicina per poter costruire il percorso che porti a vere primarie partecipate. Chiedere un tempo più lungo non è una tattica di temporeggiamento ma sostanza per iniziare una nuova storia del governo della città”.