Il servizio di assistenza domiciliare extrascolastica (SADE) è stato istituito dalla Provincia di Chieti nel 1998 e si occupa di sostegno didattico domiciliare a studenti e studentesse disabili iscritti e frequentanti gli istituti superiori della provincia di Chieti. Mediamente ha assistito ogni anno circa 250 ragazzi disabili permettendo loro di raggiungere la maturità e, per quanti lo hanno voluto, di proseguire il percorso di studi universitario.
Il SADE si occupa di supportare lo studente nel percorso di studi aiutandolo nello svolgimento dei compiti quotidiani e di raggiungere con successo la maturità superiore. Ma non solo: gli operatori domiciliari partecipano ai Gruppi H promossi dalla scuola proprio per favorire l’integrazione e con il loro apporto professionale e di conoscenza in ambito domestico degli studenti, sono stati in grado fornire informazioni ulteriori che hanno portato al perfezionamento dell’intervento didattico.
“Per taluni territori, soprattutto quelli montani, il Sade è stato l’unico servizio sociale che è entrato nelle case delle famiglie” ricorda Radica. “Per questo motivo le famiglie sono “arrabbiate” hanno cercato risposte presso la Provincia di Chieti che, laconicamente ha liquidato il taglio indiscriminato del servizio con la frase, ormai all’ordine del giorno: non ci sono i fondi.La scuola rimanda le problematiche a chi fino ad oggi ha gestito il servizio, ma anche qui, risposte concrete non ce ne sono: tutto dipende dalla volontà politica della provincia che, nella propria scala di valori deve privilegiare taluni aspetti piuttosto che altri”.
Radica ricorda che il Sade non è un servizio obbligatorio per la Provincia, ma che nei fatti rappresenta lo “strumento essenziale per garantire il diritto allo studio: privando i ragazzi di questo servizio si priva loro del diritto allo studio. Come gruppi di minoranza siamo disponibili a collaborare con al Giunta provinciale per trovare una soluzione che garantisca la “sopravvivenza” di questo servizio. Inoltre, le famiglie si sono dichiarate disponibili anche ad una eventuale compartecipazione ai costi, il gestore stesso del servizio ha elaborato un piano gestionale in cui far confluire risorse da più fronti ivi inclusi i privati. Le famiglie ci hanno contattato e si stanno mobilitando. Hanno già inviato una lettera alla Provincia. Ora vogliono delle risposte, risposte che in questo caso non riguardano “il taglio dell’erba nelle strade” ma quale sarà l’opportunità “di vita” per i propri figli”.
La replica dell’assessore Gianfranca Mancini. “E’ vero, la Provincia non ha fondi per sostenere il Sade, il servizio di assistenza domiciliare extrascolastica agli studenti disabili e che non rientra fra le sue competenze obbligatorie. Ma non è vero che ha lasciato sole le famiglie. Questa Amministrazione sta cercando di trovare dei locali da mettere a disposizione gratuitamente per poter comunque assicurare alcuni spazi. E’ un piccolo aiuto ma è il massimo che possiamo fare: servirebbero 400.000 euro per poter finanziare il Sade, una somma che in questo momento è una chimera per un Ente al collasso. In questo quadro, ben noto, spiace che il consigliere Angelo Radica ricorra alla strumentalizzazione di problematiche riguardanti i disabili, pur sapendo, peraltro, che questa Amministrazione ha garantito per intero gli stanziamenti destinati al Sociale. Spiace anche che voglia darci una lezione sulla scala dei valori alla quale dovremmo ispirare il nostro decidere e il nostro agire. Forse per Radica sarà una delusione, ma alle problematiche che toccano i disabili e le loro famiglie, crediamo di essere sensibili almeno quanto lo è lui. Ed è per questo che prima di rispondere che non ci sono fondi, abbiamo provato a cercarli, invano, in tutte le pieghe del bilancio. Purtroppo l’indisponibilità attuale di denaro ha radici note: l’Amministrazione guidata dal Partito di Radica, nei suoi ultimi bilanci di previsione non ha stanziato soldi neppure per le spese obbligatorie e ancora oggi paghiamo il prezzo di quella gestione. Non è una cantilena, ma la drammatica realtà con la quale, dopo due anni e mezzo, questa Provincia deve fare i conti sacrificando i diritti e le aspettative di molti”.