Parco della Costa Teatina, continuano le polemiche

conferenza_febbo_in_provincia_s_parco_della_costa_teatinaChieti. “In un paese serio, le leggi dello Stato si rispettano. Il centrodestra che governa Provincia, Regione e Governo se non voleva il Parco della Costa Teatina aveva un formidabile strumento: fare una legge per abolirlo. Invece prima ha aizzato gli imprenditori ed i cittadini ed ora propone irrealizzabili referendum”.

E’ quello che ha detto il consigliere provinciale del Pd, Angelo Radica in merito al Parco della Costa Teatina ed ha poi continuato dicendo: “Il Parco può essere un’opportunità storica se il dibattito si sposta da opposti estremismi ideologici tra pasdaran del SI e pasdaran del NO e se l’istituzione dello stesso viene accompagnato da politiche promozionali e di sostegno alle imprese. Invece di contrapporre il Comprensorio con il Parco, la Provincia di Chieti deve riprendere un ruolo guida nella vicenda proseguendo nella sua ragionevole posizione di perimetrazione che non apporti nuovi vincoli in un’area già fortemente tutelata mettendo a sistema le varie aree naturali”.

“La vicenda della perimetrazione del Parco della Costa Teatina – ha continuato il capogruppo del Pd in Provincia di Chieti, Camillo D’Amico – rischia di diventare una teatrale barzelletta da cosa seria che era ed è. La messa a sistema delle aree già vincolate, la costruzione della pista ciclopedonale sono presupposti propedeutici alla perimetrazione e la costituzione del Parco è una sfida da cogliere per dare impulso al turismo e prevenire facili fenomeni speculativi laddove si lasciasse tutto com’è”.

Questa mattina in Provincia l’assessore regionale e coordinatore del tavolo Mauro Febbo, l’assessore provinciale Nicola Campitelli (intervenuto al posto dell’assente, ma giustificato presidente Di Giuseppantonio) e le rappresentanze dei Comuni interessati, hanno parlato della questione.

“Sono contento di questo incontro richiesto dal presidente della Provincia Di Giuseppantonio – ha detto Mauro Febbo – perchè ritengo che su questo Parco si continua a fare disinformazione. Nel 2003 si diceva che si sarebbe dovuto lavorare ad un progetto sociale. Successivamente ci ha lavorato Coletti e soprattutto ci ha lavorato in questi anni l’attuale amministrazione provinciale. Il centrosinistra invitava a fare due cose: la perimetrazione ed il protocollo. Altro problema è la bozza di attuazione. Per istituire il Parco, bisogna attuare il DPR e per fare questo ci servono due passaggi. Per realizzare il Parco, c’è bisogno dell’accordo tra Regione, Provincia e Comuni interessati (con i quali l’accordo non c’è). Siamo contrari perchè ci sono dei divieti assoluti come quello alla caccia, la pulizia degli arenili nelle località costiere non si può fare con mezzi meccanici. Poi gli agricoltori sono contrari perchè è vietato il transito di mezzi meccanici nelle strade non statali, non provinciali, ecc. Il Parco deve nascere dal consenso dei nostri cittadini. Come si fa a fare il Parco nelle zone industriali? Non c’è neanche la copertura finanziaria. Poi sono passati anche alle offese personali dicendo che voglio la petrolizzazione quando tutti sanno qual è la mia posizione a riguardo. Sul Centro Oli, persone come Silvio Paolucci ed altri, erano favorevoli. Loro forse stanno parlando d’altro, noi stiamo parlando di cose concrete”.

“Noi come Provincia – ha aggiunto Nicola Campitelli – cerchiamo di valorizzare la fascia costiera. Per questo noi stiamo portando avanti due progetti: Via Verde e Documento Programmatico. Questo è solo un puto di partenza. Negli ultimi giorni abbiamo avviato anche il progetto Fiume. Con questi progetti, noi ci stiamo inpegnando per valorizzare il territorio. Per quanto riguarda il Parco, noi già dall’inizio avevamo dimostrato la nostra perplessità perchè ci sono alcune aree per le quali il Parco sarebbe uno stillicidio”.

Francesco Rapino

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