Chieti. “L’idea del referendum popolare sull’istituendo Parco della Costa Teatina è un modo come un altro per cercare di affossarlo. Meglio farebbero i suoi sostenitori a dire qual è il loro obiettivo”.
E’ quanto afferma il direttore del CNA di Chieti, Letizia Scastiglia, secondo cui “il partito trasversale contrario allo sviluppo eco-compatibile, a mano a mano che passano i giorni, comincia avenire allo scoperto, manifestando le sue reali intenzioni: affossare l’area protetta, contrapporla in modo strumentale ad alcune infrastrutture, come la pista ciclo-pedonale che prenderà il posto dell’ex tracciato ferroviario, destinata invece a rappresentate il valore aggiunto del Parco. Si fosse dovuto ricorrere nel passato allo strumento del referendum popolare, per decidere la creazione o meno di aree protette – rincara Scastiglia – non avremmo probabilmente visto la nascita di quelle realtà, , penso all’Abruzzo dei Parchi, che invece si sono rivelate le poche, se non le uniche carte vincenti per l’immagine turistica regionale. Gli argomenti demagocici del partito unico anti-Parco possono trovare facile breccia in alcuni ambienti fortemente esasperati dalla crisi, salvo poi pentirsi dieci anni dopo”.
Secondo Scastiglia, a questo puto, è però “doveroso che alcune istituzioni locali, come la Provicia che pure è stata in diverse fasi protagonista del progetto, vengano allo scoperto dichiarando le proprie intenzioni. Il balletto di questi giorni – conclude – deve finire, e proprio l’Ente guidato da Enrico Di Giuseppantonio può contribuire a fare chiarezza e a creare quel clima di collaborazione tra gli interessi di istituzioni locali. popolazioni, associazioni d’impresa e ambientalisti, che invece altri, Regione in testa, si propongono dichiaratamente di dividere e contrapporre”.
Francesco Rapino