Pescara. Dietro front dell’assessore all’edilizia Loredana Scotolati sul cambio dell’area di destinazione per costruire edifici residenziali, richiesto dalla Pescaraporto srl.
E’ stata infatti ritirata la delibera, presentata dall’assessore Scotolati in Commissione Urbanistica, che avrebbe dovuto prevedere la realizzazione di aree verdi e attrezzature pubbliche in zone del lungomare pescarese a rischio alluvione, dove il permesso di costruire edifici residenziali era stato annullato dal Tar Abruzzo.
Ad intervenire, la consigliera M5S, Erika Alessandrini:
“L’assessore Scotolati oggi ingrana la retromarcia e annuncia il ritiro della delibera, dopo che in consiglio comunale, su un ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle, per impegnare il sindaco a discutere la delibera in aula entro breve tempo, la maggioranza PD era scappata, facendo venire meno il numero legale necessario all’approvazione della proposta”.
“Abbiamo assistito all’ennesimo ‘colpo di scena’ di chi governa questa città, e che potrebbe concludersi, ancora una volta, con la tragedia di vedere sepolto l’interesse pubblico della città di Pescara a solo vantaggio di chi invece potrà costruire, vendere e godersi appartamenti privati in un’area della città che doveva essere destinata a verde e ad attrezzature pubbliche”.
La consigliera Alessandrini afferma che il ritiro della delibera da parte dell’assessore Scotolati è stato così motivato:
“La delibera oggi, dopo essere stata firmata e quindi condivisa dall’assessore Scotolati, diventa improvvisamente, testuali parole, “perfettibile”. Per apportare questa generica modifica della delibera che l’assessore stesso aveva affermato di aver scritto a 4 mani con il dirigente, l’unica via, a suo dire, percorribile, è quella del ritiro completo e di una nuova stesura”.
La delibera in questione dovrà decidere sul cambio d’uso da direzionale a residenziale dei palazzi realizzati dalla società Pescaraporto, lì dove la pianificazione comunale aveva previsto verde ed attrezzature pubbliche.
“In merito sono stati scomodati infruttuosamente luminari, di cui ricorderemo solo il peso della parcella che le casse pubbliche dovranno sopportare”, prosegue la consigliera Alessandrini.
“E’ scesa in campo la Regione in merito alla possibilità di far edificare la Pescaraporto in zone a rischio alluvione dove oggi non è possibile costruire nemmeno un garage ed addirittura si è scomodato il parlamento italiano che, con un emendamento, ha creato i presupposti giuridici per ribaltare la sentenza del TAR Abruzzo che aveva annullato l’originario permesso di costruire e salvato il lungomare pescarese da una colata di cemento”.
“Il TAR dovrà esprimersi nuovamente il 27 gennaio prossimo sull’ennesimo ricorso che la società di Milia e Mammarella ha depositato contro il Comune e, piuttosto che cogliere l’occasione per il Consiglio comunale di poter finalmente far sentire la propria voce su questa vicenda, il sindaco e tutto il PD continuano a non portare la delibera in Consiglio e lasciare, come accaduto in passato, che siano i giudici i soli ad esprimersi nel merito”.
“Così come è sempre avvenuto dal 2012 ad oggi si continua ad impedire, di fatto, ai rappresentanti dei cittadini di decidere sul destino di un’area così strategica di Pescara”.