Così Angelo Radica, consigliere provinciale del Partito Democratico, contesta quanto fatto fino a questo momento in termini di misure contro la crisi. “Ora è il momento di fare di più” tuona, infatti, il politico, che accusa il presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio di “chiacchiere” a fronte dei notevoli ritardi con cui sarebbe stata portata avanti la programmazione realizzata dalla precedente amministrazione.
“La prima misura da attuare” propone Radica “è quella di un accordo per il credito alle imprese con tutto il sistema bancario provinciale e con il pieno coinvolgimento delle associazioni di categoria e i Confidi. L’accordo deve definire una serie di interventi di sostegno in ambiti ritenuti prioritari per lo sviluppo delle imprese del settore artigiano, del commercio, del turismo e dei servizi. Le risorse devono servire per aiutare lo start up d’impresa, l’internazionalizzazione, la green economy, lo sviluppo delle aggregazioni territoriali e delle reti di impresa. Gli istituti di credito devono fare uno sforzo nella fornitura di liquidità (miglioramento nella gestione del circolante, anticipazione su crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione ) e nel riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese (incentivi alle capitalizzazione, allungamento della durata dei finanziamenti a medio lungo termine, sospensione dell’ammortamento dei crediti in essere). Particolare attenzione viene riservata all’obiettivo di favorire, attraverso l’intesa, lo sviluppo della imprenditorialità giovanile e femminile. Il sistema creditizio per aiutare le imprese deve fare di più”.
Secondo Radica, è necessario che in particolare le banche locali, di fronte a specifiche esigenze progettino e realizzino soluzioni finanziarie mirate, in aggiunta ai servizi ed ai prodotti che il sistema del credito già destina al sostegno delle micro, piccole e medie manifatturiere, del turismo, del commercio e dei servizi. “La Provincia di Chieti” continua il consigliere provinciale “deve coordinare questa iniziativa riunendo tutti gli istituti creditizi e le associazioni di categoria che da tempo fanno proposte e non vengono ascoltate da Regione e Provincia”.