Civitella del Tronto. Definisce l’amministrazione civica di Civitella del Tronto una “democratura”, ossia una sorta di democrazia ristretta che sconfina nella dittatura costituzionale.
Il conio nozionistico è di Giuseppe Zunica, consigliere comunale di minoranza (Inversione di Rotta), che torna a pungolare l’esecutivo sulla scelte (il metodo soprattutto) seguito per gestire l’emergenza post-sisma.
Zunica lamenta il fatto che a distanza di un mese dalla violenta scossa di terremoto, non sia stato convocato un consiglio comunale. Un semplice incontro non istituzionale, sottolinea Zunica, in una sala privata “esautorando di fatto la controparte politica”.
Zunica, poi, poggia l’attenzione su alcune scelte dettate dall’emergenza: lo dislocazione delle scuole del capoluogo nell’Hotel Ermocolle (condivisa) e della sede comunale, destinata ad essere ospitata in un container.
” Al sindaco e alla maggioranza” scrive Zunica, ” un prospettai l’uso della sala consiliare da adibire ad uffici,e qualora fosse stata insufficiente di mettere in sicurezza la prima parte della sede comunale, fin sotto le scalette, ed in subordine di reperire altri locali di proprietà comunale. Mi fu risposto che non era possibile perché la sala consiliare faceva parte di un aggregato, ex scuola, dichiarato inagibile e ciò avrebbe potuto precludere eventuali finanziamenti per la sede comunale. A me è sembrata una questione di ” lana caprina ” : se uno stabile è in parte agibile esso non può pregiudicare il fatto che il resto sia inagibile nel reperimento fondi. Quindi fornii la seconda soluzione: acquisire un intero opificio adibito a camiceria. Ci sono stati dei contatti e un sopralluogo che sono sfociati in una disponibilità del proprietario ad affittare i locali.
Scelta condivisa anche dagli altri componenti della minoranza e riproposta in una riunione del 17 novembre. Ulteriore ipotesi potrebbe essere quella della scuola media Gasbarrini che meriterebbe una valutazione più approfondita .
Nella riunione con la cittadinanza del 25 novembre si è andati verso tutt’altra direzione, è stata prospettata come unica e definitiva soluzione l’uso dei container, scartando pertanto le altre.
Che l’amministrazione propendesse versa questa risoluzione si leggeva tra le righe delle argomentazioni e nelle difficoltà frapposte a ipotesi alternative. È stata una apertura di facciata, perché essa nel frattempo aveva messo in essere una serie di atti amministrativi, preventivi e progetti in tal senso, tant’è che in data 8 novembre la Giunta Comunale aveva già deliberato una variazione d’urgenza di bilancio per ben 600 mila euro.
Soluzione questa, a molti cittadini avversa, secondo me dettata da altre motivazioni che nulla hanno a che fare con una scelta ponderata”.