Ripa Teatina. “Abbiamo cercato di trovare una soluzione alternativa. Ma, una volta scaduti i termini, nessuno ha provveduto a mettere in regola la struttura”. Così il sindaco di Ripa Teatina, Mauro Petrucci, si difende dalle voci che si sono susseguite in merito alla vicenda del centro psicoriabilitativo “Azienda Agricola”, che fa parte del complesso Casa di Cura Villa Pini.
Proprio al Comune di Ripa, infatti, sono state attribuite le responsabilità di aver negato l’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria di questa struttura, generando in questo modo numerosi disagi all’utenza e al personale impiegato. Un’accusa che non trova d’accordo il primo cittadino, che spiega le motivazioni che hanno portato alla decisione.
“Abbiamo negato l’autorizzazione – è il commento di Petrucci – esclusivamente sulla base delle risultanze emerse nel corso delle ispezioni disposte dalla Asl e del conseguente parere negativo, generato dalle carenze organizzative, strutturali e gestionali che sono emerse nel corso dei sopralluoghi”.
Da qui l’atto di diffida trasmesso alla struttura, che ha subito chiesto una proroga ai 90 giorni concessi dalla legge per la messa a norma del centro. “Seppure accordata – continua il sindaco – nessuno ha provveduto a regolarizzare la struttura. Pertanto ci siamo trovati nella condizione di dover necessariamente negare l’autorizzazione. Ricordo che il provvedimento comunale ha natura vincolata rispetto agli accertamenti e al parere della Asl, che è l’unico organo competente a verificare il possesso dei requisiti”.
Ciononostante, il Comune di Ripa Teatina, per quanto di sua competenza, ha cercato una soluzione alternativa al problema, pur essendo allo stesso tempo costretto a difendersi nel giudizio avviato dalla Curatela del Fallimento Villa Pini di fronte al Tar di Pescara.
“E’ il caso di sottolineare – aggiunge in proposito il sindaco – che in prima battuta il giudice amministrativo ha respinto l’istanza di sospensiva richiesta dalla casa di cura, confermando in questo modo la legittimità del nostro operato. La soluzione della vicenda, però, richiede l’apporto collaborativi di tutte le istituzioni e i soggetti coinvolti, cosa che finora non è avvenuto, perché il Comune non dispone né degli strumenti né delle competenze necessarie per assumere la regia di una scelta comune e per rimuovere gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di una soluzione anche solo provvisoria al problema”.