Iniziava il 5 maggio il ripascimento ‘morbido’ della tratto di spiaggia che va, verso sud, dal porto turistico al confine con Francavilla. Un lungo tubo nero, di diametro consistente, è stato srotolato per sparare sabbia prelevata tramite il dragaggio del porto turistico, direttamente sulle rive risicate da anni di erosione. Un intervento atteso da anni dagli operatori balneari, ridotti con spiagge all’osso sulle quali piazzare palme e ombrelloni. Ma il 20 maggio interveniva la Procura, bloccando i lavori con un’indagine mirata ad accertare la presunta incompatibilità della sabbia con le rive di destinazione, non accertata dalle analisi preventive all’avvio dei lavori. E così, a 10 giorni da giugno, le decine di esercenti iniziarono (e continuano) a preoccuparsi per una stagione difficile da avviare. Fino ad oggi si sono susseguite voci e personaggi a dire la propria, politici ed operatori economici.
Domani, 1 giugno, la stagione turistica parte, e quasi obbligata l’assessore Isabella Del Trecco apre bocca e chiarisce: “Oggi siamo tenuti ufficialmente a interrompere comunque il ripascimento perché domani, mercoledì primo giugno, partirà definitivamente la stagione balneare e dobbiamo garantire il libero utilizzo della spiaggia”. “Comunque”, dice, perché il Comune, “la scorsa settimana, proprio a fronte dell’inchiesta aperta dalla Procura, ha ritenuto opportuno fermare le opere per rispetto delle indagini”, spiega la Del Trecco. Possono, così, tirare un sospiro di sollievo i titolari degli stabilimenti: gli uffici comunali hanno già dato mandato all’impresa che si è aggiudicata l’intervento di smantellare l’enorme tubo che corre lungo la battigia.
Dichiarazioni che arrivano troppo tardi, almeno per evitare una battaglia politica aperta da giorni, culminata nella conferenza stampa che ha tenuto questa mattina il gruppo consiliare del Pd, puntualizzando sia sui tempi che sui costi che su chi il ripascimento l’ha messo in atto. “Attendevano da due anni il ripascimento, gli operatori degli stabilimenti a sud di Fosso Vallelunga, ed invece anche quest’anno l’amministrazione Mascia ha trovato il modo di penalizzare questi balneatori”, ha dichiarato il vicecapogruppo Enzo Del Vecchio. Esprimendosi precedentemente al chiarimento dato dall’assessore, Del Vecchio puntava il dito contro i tempi di gestione dell’intervento: “Dalla lettura dell’atto di giunta Comunale n° 153 del 22/02/2011 che prevedeva e prescriveva fasi operative, queste non risultano, ad occhio, essere state rispettate”, affermava stamattina, “Di certo rimane lo sconcerto per il ritardo con il quale questi lavori sono stati cantierati considerando che la disponibilità economica di 150.000 euro messa a disposizione dalla Regione Abruzzo risale all’aprile del 2010”. Il democratico, inoltre, contesta la scelta di partire a ‘sparare’ la sabbia da nord, anziché iniziare dalla zona più a sud, Fosso Valle Lunga, quella più bisognosa.
L’assessore, così, risponde: “Parlare senza conoscere i fatti o peggio facendo finta di non conoscere atti e procedure amministrative è grave”, poi, come a smezzare le responsabilità, aggiunge: “Se qualcuno ha sbagliato o ha agito con superficialità, dovrà assumersi le proprie responsabilità ed evidentemente pagherà. Prima di partire con la gara d’appalto e con l’apertura del cantiere si è svolta una Conferenza dei Servizi tra Regione Abruzzo, Direzione marittima, Azienda Porto turistico Marina di Pescara e Arta. La Regione ha dato la propria approvazione al progetto a seguito delle analisi di validità ambientale eseguite e fornite dall’Arta e sulla scorta di quei dati abbiamo deciso di procedere con il dragaggio del porto turistico sparando la sabbia direttamente nelle vasche 4, 5 e 6 del lungomare sud di Pescara. Il Comune aveva la responsabilità di effettuare il ripascimento nel tratto di litorale compreso tra Fosso Vallelunga e Francavilla al Mare; il Marina di Pescara si è affiancato al Comune impegnandosi a curare la vasca 4, ossia piazza Le Laudi. Se la parte più a sud del lungomare, compresa proprio tra il Fosso e Francavilla al Mare, è partita più tardi rispetto alla parte più a nord è solo per garantire il rispetto delle normative sugli appalti che pure il Pd dovrebbe ben conoscere anche con la relativa tempistica: il Marina di Pescara, in quanto ente privato, non aveva infatti i vincoli previsti nell’appalto pubblico del Comune il quale, una volta espletate le procedure di apertura delle offerte, deve comunque aspettare 35 giorni di tempo prima di aggiudicare in via definitiva l’appalto, una tempistica che il Marina non ha e infatti si è semplicemente agganciato al Comune affidando il proprio intervento a quello del Comune scegliendo la stessa ditta solo per avere un unico punto di riferimento. Per ridurre i tempi d’intervento e consentire la conclusione delle opere prima dell’inizio della stagione estiva, abbiamo consentito al Marina, che aveva fretta di dragare per ripristinare le condizioni di sicurezza al porto turistico, di partire, dunque abbiamo iniziato le opere nella parte più a nord non per privilegiare questa o quella concessione, ma per una ragione puramente amministrativa”.
Del Vecchio, però, insiste anticipatamente: “Allo stato attuale non è dato sapere perché ed in ragione di cosa i lavori vengono interrotti, nella considerazione che la stazione appaltante si è premunita già della deroga da parte della Regione Abruzzo per continuare a lavorare durante il mese di giugno poiché la ordinanza balneare vieta lavori di ripascimento e dragaggio dal 1 giugno all’11 settembre”. Domanda, per ora, senza risposta.
Daniele Galli