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Pescara, vertenza AirOne Technic: l’appoggio del Consiglio comunale

Pescara. La vertenza AirOne Technic passa per il Consiglio comunale. Era la fine di marzo quando gli addetti alla manutenzione degli aerei Alitalia manifestavano sui tetti dell’aeroporto d’Abruzzo per lottare contro il licenziamento. Nel frattempo l’azienda ha chiuso e circa 80 operaio sono stati licenziati, fortunatamente finiti in cassa integrazione; ma l’obiettivo è la riapertura del “centro d’eccellenza”: c’è anche una cordata abruzzese a salvarli, ma manca l’accordo della Cai. Per questo, da oggi, si chiede la pressione delle istituzioni locali su quelle nazionali.

Dopo la protesta di fine marzo, durata più di una settimana, gli operai della AirOne Technic non ottennero alcun risultato. Scesero dai tetti dell’aeroporto confidando negli incontri tra le Provincie di Chieti e Pescara con i vertici romani, ma ottennero ugualmente il licenziamento. Cai, la società che controlla Alitalia, decise definitivamente di chiudere il reparto di manutenzione all’interno dello scalo abruzzese, mandando a casa un’ottantina di operai specializzati. La lotta sindacale, però, continuo fino ad ottenere, dal primo maggio, un periodo di sette anni di cassa integrazione straordinaria per tutti gli operai senza alcuna distinzione d’età, riuscendo ad inserire i manutentori nel pacchetto di diritti contrattuali spettanti al settore dei trasporti. Ma a questi uomini non basta: quello che vogliono è continuare a lavorare all’aeroporto d’Abruzzo, ma soprattutto a far lavorare l’aeroporto d’Abruzzo.

Desiderio condiviso anche dalla cordata di imprenditori locali che si è formata per rilevare l’AirOne technic e mantenere l’eccellenza di questi tecnici all’interno dell’aeroporto chietino-pescarese. Una cordata solida e volenterosa,  quella capitanata dall’imprenditore Paolo Primavera, appoggiata dalla stessa Saga, la società che gestisce lo scalo aeroportuale, e da Confindustria di Pescara e Chieti, che circa 20 giorni fa è andata a Roma a presentare il proprio piano industriale direttamente all’amministratore delegato della Cai, Rocco Sabelli. Fumata bianca era parso di veder uscire da quelle stanze, nelle quali la cordata aveva chiesto due anni di commesse per la manutenzione degli aerei della compagnia di bandiera: quanto basterebbe per iniziare a camminare con le proprie gambe. Invece, ad oggi, manca ancora la sottoscrizione di Cai alla proposta, diffondendo lo sconforto tra gli imprenditori. Ma se Cai si è formata, come salvagente per l’Alitalia sulla via del fallimento, grazie alle pressioni della politica governativa, le stesse pressioni potrebbero indurre la Cai a muoversi favorevolmente incontro alla cordata-salvagente di AirOne Technic.

Su questa strada (direzione Roma) si avvia la risoluzione approvata unanimemente dal Consiglio comunale di Pescara questa mattina, dopo una seduta straordinaria alla quale ha assistito una trentina degli ex dipendenti. In discussione il documento proposto dal consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo,  votato dai 24 consiglieri presenti. Questo il testo sottoscritto da tutti i gruppi: “Si invita Sindaco e Giunta ad intraprendere ogni possibile iniziativa nei confronti della Giunta Regionale e del Governo affinché si concluda positivamente l’accordo tra Cai e nuova società, per la salvaguardia dei posti di lavoro e lo sviluppo dell’aeroporto d’Abruzzo”. Una seduta aperta all’intervento del direttore generale Saga, Piero Righi, e del segretario della Fiom Chieti, Marco Ranieri; sintetico il discorso di Righi che ha ricordato come le intenzioni della Saga siano per uno sviluppo dell’aeroporto comprendente anche l’aumento occupazionale, ricordando, però, che l’interesse già espresso verso il settore della manutenzione è da intendersi “di supporto più che d’investimento”. Per descrivere la drammaticità della situazioni degli operai si è espresso invece Ranieri davanti all’Aula: “I ritardi del ministero non permetteranno l’erogazione del sussidio prima di tre mesi”.

Per gli operai licenziati, quindi, la cassa integrazione non basta. “Ci teniamo all’aeroporto e vogliamo che il centro d’eccellenza sia mantenuto aperto”. L’eccellenza è quella professionale degli operai formati e aggiornati dai corsi regionali pagati con i fondi pubblici, che rischierebbe di essere scippata da altre località: “La AirOne ha già chiesto ad alcuni dei nostri uomini di trasferirsi nei centri a Roma”, spiega Ranieri. Uno scippo che rimarcherebbe il nome dello scalo abruzzese sulla lista nera che già lo contiene: “Siamo già a rischio declassamento”, interviene il capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio, “togliere la manutenzione limiterebbe ancor di più le già negative prospettive di sviluppo del nostro aeroporto”. Chiaro per tutti che da salvaguardare, prima di tutto, ci sono i posti di lavoro; per questo si chiede la mobilitazione politica “oggi a Pescara e nei prossimi giorni anche a Chieti”, prosegue Ranieri, per smuovere Chiodi che faccia smuovere il Governo amico. “La chiusura di AirOne Technics è una questione politica”, tuona Acerbo, “perciò facciamo voce compatta tra Pescara e Chieti e impegniamoci, tramite la Regione, per ottenere l’importantissima pressione governativa su Cai”. Ancora più incisivo Adelchi Sulpizio, capogruppo Idv: “Torniamo ai metodi della politica gaspariana: prendiamo un autobus e andiamo tutti a Roma per pretendere una soluzione”, invita i colleghi sugli scranni.

Concorde nell’intento anche la maggioranza: “L’attuale classe politica dirigente ha un forte asso nella manica, spesso troppo sottovalutato, che è quello della filiera politica favorevole”, afferma Adele Caroli (Fli), “La politica tutta, dall’amministrazione comunale alla Regione, deve assumersi le sue responsabilità e avanzare richieste specifiche all’azienda che intende andare via dallo scalo pescarese. Vanno, inoltre, create le basi affinché altre compagnie decidano di creare le loro basi qui a Pescara, per aumentare il traffico aereo e creare un indotto economico e commerciale virtuoso, dal quale possono trarne vantaggio le attività commerciali presenti sul territorio, e di conseguenza l’intera cittadinanza”. “Solidarietà e vicinanza dell’amministrazione”, sono state ricordate dal sindaco Albore Mascia agli operai, anch’egli d’accordo sull’importanza fondamentale delle istituzioni nel coordinare gli intenti degli imprenditori: “Dall’inizio della vicenda ho attivato l’interlocuzione con i presidenti provinciali Testa e Di Giuseppantonio, e con l’ex sindaco di San Giovanni Teatino, Verino Caldarelli, uniti per spendersi all’indirizzo di Chiodi per il suo intervento”, ha concluso appena prima del voto unanime.

 

Testa scrive a Mascia. L’intervento del presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, è avvenuto tramite una lettera invita al sindaco Albore Mascia: “E’ noto a tutti che Alitalia, nella interlocuzione da noi attivata un paio di mesi fa, non ha propriamente spalancato le porte alla cordata abruzzese che era disposta ad intervenire per rilevare il ramo di azienda che si occupa di manutenzione. Il confronto è stato assolutamente difficile, soprattutto nella prima fase, ma nonostante ciò non ci siamo affatto arresi e anche grazie all’intervento della Regione Abruzzo e del presidente Chiodi il dialogo tra le parti è stato riaperto ed è stata raggiunta un’intesa sulla Cassa integrazione guadagni, che pure sembrava sfumata”, scrive Testa, “Mi auguro che anche il Consiglio comunale di Pescara possa dare un contributo utile a tutelare i lavoratori la cui professionalità abbiamo difeso in tutti i modi e in tutte le sedi e che intendo continuare a difendere fuori dalla demagogia e dalla facile strumentalizzazione politica che, mi auguro, non contraddistingua il confronto in aula.

 

Daniele Galli