Università Chieti, corso per insegnamento trasferito a L’Aquila. Polemiche dal mondo politico

universita_chietiChieti. Il corso di laurea magistrale per l’insegnamento sarà trasferito da Chieti a L’Aquila. Lo ha deciso la Crua, la Conferenza dei rettori abruzzesi presieduta da Franco Cuccurullo, che accorperà nel capoluogo abruzzese tutte le competenze “scolastiche”, dalle elementari alle medie superiori..

La notizia ha subito scatenato le polemiche da parte del mondo politico teatino, a partire dal primo cittadino Umberto Di Primio, che ha espresso “amarezza e risentimento” in merito. Secondo il sindaco, infatti, l’applicazione del Decreto Ministeriale 139 del 4 aprile 2011 non porta necessariamente alla scelta di spostare all’Aquila il corso di laurea magistrale per l’insegnamento della Scuola Secondaria di Primo Grado – corsi per formazione iniziale degli insegnanti.

“Non ne faccio una questione di sterile campanilismo” precisa Di Primio “e ritengo assolutamente necessario che anche il mondo universitario persegua e si conformi ai principi di razionalizzazione e contenimento della spesa. Valuto, dunque, sbagliata la decisione assunta dalla Crua considerato non solo il fatto che Chieti è storica sede della Facoltà di Lettere, ma anche in ragione delle qualità dei servizi che l’U.d.A. offre all’interno del Campus e la oggettiva difficoltà che L’Aquila oggi soffre a causa del sisma”.

Dello stesso avviso anche il capogruppo Pdl, Vincenzo Ginefra, che ha chiesto al primo cittadino di intraprendere azioni utili e  il vicesindaco di Chieti, Bruno Di Paolo, che si rivolge direttamente al rettore invitandolo a chiedere scusa alla città di Chieti per aver consentito quello che definisce “lo scippo” alla facoltà di Lettere. “Non voglio pensare” sottolinea in proposito “che il Rettore, ormai fuori dai giochi e senza possibilità  di essere riconfermato per l’ennesima volta alla guida dell’Università D’Annunzio, abbia deliberatamente voluto penalizzare la città di Chieti per risentimenti personali o politici verso questa amministrazione, però, di fatto, con questo atto ha schiaffeggiato una Città che per dodici anni lo ha rispettato e gratificato. Come vicesindaco mi sono adoperato per portare a Chieti i Monopoli di Stato e la Commissione Unica Regionale per le cause di Servizi ed ho evitato che la Provincia di Chieti spoliasse il Centro Storico del Genio Civile dell’Ufficio UMA ed è per questo che il mio risentimento non solo come amministratore ma anche come cittadino è molto forte nei confronti di questa decisione che di fatto va a spogliare ulteriormente la città di una prestigiosa e storica facoltà universitaria con un danno inimmaginabile in termini economici e con un inevitabile indebolimento dell’intera Università di Chieti a favore di altri territori”.

 

La reazione di Giampiero Riccardo, coordinatore regionale Giovani IdV e Francesco Di Prinzio, Responsabile Università e Scuola IdV – Abruzzo. “A distanza di qualche mese dall’allarme lanciato da Confindustria, cui ha fatto recentemente eco quello della Confesercenti, sulla drammatica situazione economica in cui la politica teatina sta lasciando sprofondare la città, un altro macigno si abbatte su Chieti. La Conferenza dei rettori abruzzesi, presieduta dal Rettore Franco Cuccurullo, ha infatti deciso lo spostamento a L’Aquila della vecchia Ssis (ovvero la laurea magistrale per l’insegnamento), in modo da accorpare nel capoluogo regionale tutta la formazione per l’insegnamento scolastico, dalle elementari alle medie superiori. Una simile iniziativa può senz’altro essere utile a cicatrizzare parzialmente le ferite lasciate aperte dal terremoto; tuttavia si tratta dell’ennesimo colpo inferto alla già agonizzante economia del capoluogo Teatino, che si vede privato di una ulteriore risorsa. Il silenzio che regna negli ambienti ufficiali della gestione accademica ma anche di tutti quei politici e amministratori locali, omertosi e incapaci di una vera progettualità e decisioni a lungo termine per il bene di Chieti e della sua economia; è teso a non far partire il grido d’allarme che dovrebbe dire che l’Università d’Annunzio rischia di spopolarsi nel giro di pochi anni. La prova tangibile che la Riforma Gelmini segnerà la vita universitaria di tanti studenti è arrivata concretamente anche sul territorio di Chieti. Quella che sta entrando in vigore è una Riforma che costringerà gli Atenei a scelte di tagli drastici e penalizzanti per i centri come quelli di Chieti e per tutto il sistema universitario. Il prestigio della Facoltà di Lettere, la più antica dell’Ateneo D’Annunzio, è infatti riconosciuto a livello nazionale. Privare Chieti nel giro di pochi anni della facoltà di Lettere, significherà perdere un’occasione unica per essere un’eccellenza universitaria, sia in termini di immagine che di capitali in transito nelle casse della sede locale dell’Università e della capoluogo Teatino. La sfida che attende gli Studenti e tutti coloro che tengono all’Università D’Annunzio sarà ora il rifacimento dello Statuto dell’università, che segnerà nei prossimi mesi le linee guida per la vita dell’Ateneo e, per meglio dire, quali saranno i corsi di laurea a perdere di dignità. Fino ad allora, a noi Giovani Italia dei Valori, continuerà a sfuggire il motivo per cui ovunque tranne che a Chieti, l’Università e gli studenti siano visti come un’opportunità da cogliere e su cui investire, anziché un problema da risolvere”.

 

Il commento di Silvio Tavoletta, assessore delegato ai Rapporti con l’Università della Provincia di Chieti. “Non posso che manifestare un profondo disappunto. La mia delusione, non solo in qualità di Assessore provinciale delegato ai rapporti con l’Università ma anche, e soprattutto, di consigliere comunale  di Chieti, è veder vanificata la tanto auspicata ricerca di integrazione e sinergizzazione dell’Ateneo con una visione strategica della rinascita di Chieti. L’Università che doveva permeare ogni istante dello sviluppo culturale e turistico della città oggi comincia a perdere pezzi. Questo non possiamo permetterlo. Lunedì  ci sarà il consiglio d’amministrazione dell’Università G. d’Annunzio e, in qualità di Consigliere delegato dalla Provincia, chiederò spiegazioni sulla notizia e sulle possibili azioni da poter intraprendere al fine di scongiurare la perdita del corso di Laurea magistrale. Ogni azione possibile sarà messa in campo per evitare, qualora la notizia verrà confermata, che la Laurea Magistrale venga tolta a Chieti. Chiederò  al Presidente della Provincia e al Sindaco di Chieti di istituire un tavolo permanente tra l’Ateneo, il Comune e la Provincia di Chieti al fine di poter agire in tempo contro queste decisioni che non possono piovere addosso al nostro Territorio senza che venga data a nessuno, Enti e Cittadini, la possibilità di conoscere e promuovere quanto in loro potere per evitare che eccellenze come quella della Facoltà di Lettere vengano depotenziate a scapito del loro futuro. Tale tavolo potrà essere una piattaforma strategica propositiva per progettare una crescita, e non una privazione, di attività e progetti comuni con la città e con la Provincia di Chieti”.

 

Il disappunto di Matteo Gorilla, membro del Senato Accademico in rappresentanza degli studenti. “Un attacco alla cieca usato dalla politica”. Così Matteo Gorilla, membro del Senato Accademico in rappresentanza degli studenti, commenta le proteste del mondo politico alla notizia secondo la quale la facoltà di Lettere dell’Università D’Annunzio di Chieti verrà trasferita a L’Aquila. Niente di più falso, secondo Gorilla, in quanto la facoltà dovrebbe rimanere come già strutturata. Saranno soltanto le abilitazioni all’insegnamento ad essere accfreditate non più a Chieti, ma al capoluogo di Regione. ”Paradossalmente” spiega meglio Gorilla “l’amministrazione locale e specialmente il vicesindaco ha preferito attaccare alla cieca senza informarsi adeguatamente sulla situazione che effettivamente poi si è dimostrata molto diversa da quella in origine annunciata. Ancor di più disinformati dato che un altro corso di abilitazione all’insegnamento (quello riguardante la Facoltà di Scienze Motorie) avrà sede a Chieti ed un altro a Pescara (la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere). Personalmente pare più oramai un attacco alla cieca usato dalla politica non verso personaggi in particolare dell’Ateneo, ma verso lo stesso oramai straziato in parte dalla politica nazionale che ne distrugge l’essere ed il futuro attraverso leggi non-sense e tagli verticali ai finanziamenti e in parte dalla politica locale che spesso e volentieri non sdegna di attaccare l’istituzione pensando in realtà di difenderla! Non si affrontano mai i problemi veri dell’Università, ma si affrontano con superficialità e dilettantismo oramai solo dei “gossip””.

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