Atessa. Come nella Fiat di Pomigliano anche alla Sevel di Atessa Sergio Marchionne, amministratore della famosa azienda di auto torinese, vieta agli operai di fare i rappresentanti di lista nelle consultazioni elettorali. In pratica chi andrà ai seggi elettorali non sarà pagato dall’azienda e non avrà diritto a riposi previsti dalla legge.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie la Fiom di Chieti, così il presidente Marco Di Rocco ha scritto all’azienda per chiedere “il rispetto delle disposizioni normative sopra richiamate e, come già chiarito anche dal Tribunale di Lanciano, di predisporre nella mensilità di Aprile il pagamento dei giorni di assenza e la corresponsione di quote aggiuntive di retribuzione o, in alternativa, la concessione di permessi compensativi per i giorni festivi o non lavorativi di impegno al seggio. In caso contrario la Fiom Cgil mette a disposizione i suoi legali per difendere le giuste prerogative dei lavoratori”.
“Questa ennesima angheria antioperaia di Marchionne – ha dichiarato il consigliere regionale del Prc, Maurizo Acerbo – dà l’idea di quale idea di democrazia abbia l’attuale management della FIAT. Per Marchionne gli operai non possono fare i rappresentanti di lista: la democrazia è uno spreco di tempo e denaro e gli operai sono cittadini di serie b. Ricordiamo che i rappresentanti di lista designati dai partiti assistono allo scrutinio delle schede votate per garantire la correttezza dell’espressione di voto. Il rappresentante è un attore del seggio a tutti gli effetti come gli scrutatori. A differenza degli scrutatori ha diritto di parola e può far mettere a verbale decisioni che non siano ritenute corrette per eventuali ricorsi successivi. Inoltre può dare istruzioni e consigli agli elettori che lo interpellano, durante i periodi di votazione, senza fare comunque propaganda elettorale in pubblico. La materia è regolata da leggi che la Fiat sbeffeggia perché l’intento di fondo è quello di un completo asservimento dei lavoratori ai diktat dell’azienda. Rifondazione denuncia il carattere illegale, antidemocratico e anticostituzionale di questa ennesima provocazione di un management spregiudicato. Riaffermiamo anche su questa vicenda il nostro appoggio alla Fiom e la nostra condanna per la subalternità che governo e opposizione parlamentare dimostrano nei confronti della Fiat e di Confindustria”.
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