Chieti, il no dei Giovani al nucleare

i_giovani_di_chietiChieti. “Loro accusano il centrosinistra di demagogia. L’accusa di demagogia è assurda perchè loro si sono autoconvinti di essere contro il nucleare solo dopo i fatti del Giappone, mentre l’anno scorso ne parlavano come una cosa positiva e che portava dei vantaggi. Loro dicono che fermano la costruzione di centrali nucleari in attesa che si verifichi la bontà o meno delle centrali, questo per distrarre sul problema del nucleare anche in vista delle prossime elezioni amministrative e al referendum”.

E’ quello che ha detto questa mattina Gianpiero Riccardo dei Giovani di Chieti, riguardo la posizione del gruppo sul nucleare in seguito alle polemiche degli scorsi giorni soprattutto sull’Ordine del Giorno. A livello nazionale i Giovani di Chieti reclamano sul passaggio dell’emendamento di ieri pomeriggio in Senato che cancella la costruzione delle centrali nucleari ma non il piano nucleare e a livello locale che sul nucleare è stato chiesto due volte il parere al sindaco senza ricevere risposta e su questo argomento non avrebbe nemmeno votato.

“Tra le varie iniziative in vista del referendum sul nucleare del 12 e 13 giugno – ha rimarcato Francesco Di Prinzio – per gli universitari vogliamo ricordare che ci sono sconti del 60% sui biglietti del treno e del 40% sui voli aerei, basta presentare la tessera elettorale, per votare nel seggio dove sono rappresentati”.

“A livello nazionale, con l’emendamento di ieri – ha spiegato Alessandro Marzoli – hanno commesso una scorrettezza politica. Questo gli permette ad esempio di stare a posto l’anno prossimo. Per questo motivo la nostra mobilitazione continua con varie iniziative. Ieri il centrodestra ha tenuto una conferenza stampa ridicola perchè si sono addirittura vantati di essere in anticipo di qualche ora sul governo nazionale e poi vigliaccamente si sono tirati indietro ritirando la parola. Quindi non solo è stato bocciato il nostro ordine del giorno, ma è stato proposto un contr’ordine dal capogruppo del Pdl Ginefra in cui si chiedeva l’esatto contrario rispetto al nostro”.

Francesco Rapino

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