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Pescara, più controlli per la Tarsu dei balneatori

Pescara Il Consiglio comunale, al termine della seduta di ieri, ha approvato un ordine del giorno proposto dal consigliere Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista per coprire il servizio di pulizia della riviera costiera attraverso la Tarsu pagata dagli operatori balneari, per la quale verrà aumentato il controllo fiscale.

L’ordine del giorno, sottoscritto dai consiglieri Di Nisio (IdV), Del Vecchio (Pd), Pignoli (FLI), Fusilli (Pd), Di Iacovo (SEL), Sospiri (PDL), Salvati (PDL), Foschi (PDL) e Lerri (FLI),  indica un principio generale: “Considerato che la pressione fiscale e tariffaria deve informarsi a criteri di equità, è fondamentale che siano verificate eventuali situazioni di privilegio o di favore nei confronti di categorie che sono in grado di dare un contributo pieno alla copertura dei costi dei servizi”.

Il documento approvato indica come esempio quello dei balneatori e  invita sindaco e Giunta a verificare se la Tarsu copra i costi del servizio fornito da Attiva sulle riviere e se sia in linea con le medie nazionali. “Se – come pare dicano i dati – i costi sarebbero assai superiori alle entrate (600.000 euro contro 250.000) e l’aliquota per le concessioni balneari al di sotto della metà della media nazionale appare equo un adeguamento della tariffa perché non è giusto che siano i cittadini a pagare servizi resi ad attività che sicuramente hanno una buona redditività”, sostiene Acerbo.

Il senso dell’ordine del giorno sarebbe da ricondurre ad evitare “aumenti indiscriminati che colpiscono tutta la cittadinanza e di reperire risorse indispensabili per migliorare il servizio di raccolta dei rifiuti e pulizia della città”.

“Ho presentato l’ordine del giorno perché da sempre ritengo che anche dall’opposizione bisogna evitare la demagogia e assumersi la responsabilità di fare proposte costruttive”, commenta il consigliere Rc, “A fronte di 3 milioni e mezzo di tagli dei trasferimenti bisogna avere il coraggio di fare delle scelte. Possibilmente nel segno dell’equità”.

Daniele Galli