Chieti. ‘Conoscere l’attuale politica sanitaria dell’esecutivo regionale visto che è loro intenzione portare avanti la odiosa logica di figli e figliastri.
Dopo la decisione del presidente della giunta D’Alfonso di sospendere la chiusura delle Guardie mediche della provincia di Teramo e lasciare chiuse quelle di Chieti adesso arriva lo stop al declassamento dei Presidi Ospedalieri di Popoli e Penne’.
Questo l’oggetto di una specifica ed urgente interrogazione presentata dal Presidente della Commissione vigilanza Mauro Febbo dove si chiede sia a D’Alfonso sia all’assessore Paolucci se:
‘sono a conoscenza della reale situazione in cui versano i nosocomi maggiori di Chieti, Lanciano e Vasto per capire quello che accade in termini di disservizi agli utenti e in merito alle condizioni di lavoro del personale medico e paramedico che sono arrivate al limite della sopportazione. Il tutto causato dalle ulteriori ingiustificate chiusure e ridimensionamento delle strutture di Gissi, Ortona, Atessa e Guardiagrele.
Il Direttore generale dell’azienda USL di Pescara – spiega Febbo – il giorno 22 settembre 2016 ha approvato due distinte delibere, n. 818 e n. 819, avente per oggetto ‘rimodulazione della deliberazione n. 735 del 25.08.2016′ dove si stabilisce una modifica sostanziale al nuovo Piano adottato e specificatamente il rinvio a data da destinarsi del declassamento dei Presidi Ospedalieri di Penne e Popoli adducendo motivazioni sopravvenuti dopo gli ultimi eventi sismici del 24 agosto scorso.
Infatti i due atti distinti ma uguali (n. 818 e n.819) a firma del Direttore Generale Dr. Armando Mancini stabiliscono che le strutture di popoli e Penne necessitano di nuove verifiche e sopralluoghi agli edifici e per questo non si può mantenere fede agli impegni temporali del piano che prevede il declassamento proprio dal 1 ottobre.
E’ proprio singolare – rimarca Febbo – la giustificazione trovata per sospendere il declassamento di Penne e Popoli adducendo motivazioni legate all’ultimo sisma.
Oggi rientrano nel cosiddetto Cratere e legare di conseguenza il destino dell’ospedale agli eventi sismici appare più una scusa per “mascherare” altro – precisa Febbo – infatti, in tema di Sanità è evidente ormai che siano preponderanti le scelte di campanile e di opportunità da parte del governo regionale di centrosinistra che, non è la prima volta, “stranamente” sta punendo Chieti e la sua provincia.
Pertanto – conclude il consigliere regionale teatino – auspico che venga fatta luce su questa vicenda e sulle altre iniziative intraprese da questo esecutivo regionale ai danni della provincia di Chieti.
Non è sopportabile vedere e concepire ancora tagli lineari anche per le condizioni geografiche della provincia di Chieti dove il declassando e la riduzione di servizi presso Guardiagrele, Gissi, Ortona e Atessa significa sguarnire ampi territori interni, non dando servizi ai cittadini e lasciando le zone pedemontane senza cure adeguate’.