Il presidente del Consiglio : “Può creare 100.000 posti di lavoro”; aspre repliche dalle opposizioni.
Correva il 1985 quando Bettino Craxi siglò la convenzione per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, “Entro il 1994 il ponte sarà ultimato”, dichiarò l’allora presidente del Consiglio; ovviamente non se ne fece nulla e del ponte tutti si dimenticarono fino al 2001, quando l’idea fu rispolverata da Berlusconi. Il ministro dei trasporti dell’epoca, Pietro Lunardi, assicurò: “ il ponte sarà pronto nel 2012”.
Il governo Berlusconi varò un decreto per la realizzazione dell’opera e bandì la gara d’appalto, poi vinta dal general contractor Eurolink, un consorzio di imprese con a capo Impregilo. Nel frattempo, la paventata realizzazione della faraonica infrastruttura diede vita ad un vespaio di polemiche, che riguardavano sia la sostenibilità ambientale del ponte, sia quella economica (il costo stimato, all’epoca della gara d’appalto, era di poco meno di 4 miliardi di euro); ciliegina sulla torta, alcuni esponenti del mondo accademico italiano espressero riserve sulla effettiva fattibilità tecnica dell’opera.
A fermare il ponte ci penserà comunque la crisi economica, nel 2012, nel pieno della bufera finanziaria che colpì l’Italia, il governo Monti decise di rimandare la realizzazione dell’opera e le imprese vincitrici dell’appalto scelsero di recedere dal contratto.
Arriviamo quindi ai giorni nostri. Oggi, il premier Matteo Renzi, ospite alla celebrazione dei 110 anni di Salini Impregilo, ha rispolverato l’idea, che fu già di Craxi e Berlusconi, e rivolgendosi direttamente al patron di Salini Impregilo, Rocco Salini, ha detto :”se siete nella condizione di sbloccare le carte e di sistemare quello che è fermo da 10 anni noi ci siamo”.
Renzi ha poi proseguito scandendo che :”Bisogna continuare le grandi opere, dalla Bari-Lecce alla Napoli-Palermo, con il Ponte sullo Stretto, in un’operazione che sia utile, crei posti di lavoro e ci metta nelle condizioni di togliere l’isolamento della Calabria e avere la Sicilia più vicina”. Secondo il presidente del Consiglio, la colossale opera pubblica potrebbe creare lavoro per 100.000 persone, anche se in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera lo scorso anno, lo stesso Rocco Salini stimava i posti di lavoro connessi al ponte in non più di 40.000.
Il rilancio del ponte sullo stretto di Messina da parte di Renzi ha scatenato le ire dell’opposizione. Beppe Grillo, sul suo blog, ha definito Renzi un “Menomato Morale” che “è pronto ad aprire i cordoni della borsa (di soldi pubblici dei cittadini) per far ripartire il progetto del Ponte sullo Stretto, un’opera costosissima, inutile e in piena zona sismica”; altrettanto veemente la reazione di Renato Brunetta, il quale sostiene che Renzi stia tentando in qualche modo di comprare il voto referendario, “Renzi prova depistaggio, patetico”, ha scritto su twitter l’esponente di Forza Italia.
Voci critiche arrivano anche dalla sinistra, Arturo Scotto, Sinistra Italiana, ha scritto: “Non potendo convincere gli italiani sulla bontà dello stravolgimento della nostra Carta Costituzionale, Renzi non farà altro che moltiplicare le promesse. Oggi il Ponte domani chissà”; anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha sottolineato come il problema più grande del paese sia la mancanza di crescita, soprattutto al meridione, mentre la costruzione del ponte “non è una priorità”.