Francavilla al Mare. Un centinaio di richieste di risarcimento per i sinistri da insidia stradale ogni anno. Sono in aumento gli episodi denunciati dai cittadini di Francavilla contro il Comune a seguito di cadute su strada pubblica, ma sono sempre più numerosi i casi in cui il giudice rigetta le cause di risarcimento.
Una buca sul manto stradale, una macchia d’olio, un dissesto in un marciapiede, sono tanti i possibili pericoli a cui il pedone può andare incontro, ma in linea di massima il cittadino può essere risarcito solo quando il pericolo è non visibile o non evitabile, quindi imprevisto su una situazione apparentemente normale. Negli ultimi anni le richieste di risarcimento del danno così subito sono aumentate esponenzialmente dappertutto ed anche a Francavilla, sostenute da un innalzamento della propensione al litigio e dalla sempre maggiore carenza di fondi e risorse per la manutenzione del patrimonio viario delle città. Molti, però, hanno usato ed usano il fenomeno per batter cassa nei confronti della collettività chiedendo il risarcimento per danni davvero minimi per cui un tempo per coscienza civica si sarebbe soprasseduto, oppure esagerando le conseguenze del sinistro o, ancor peggio, organizzando quella che sono vere e proprie truffe nei confronti della pubblica amministrazione.
“Anche Francavilla ha subito nel corso degli anni un aumento del fenomeno”, commenta l’assessore al Contenzioso Davide Campli, “ultimamente, però, l’Ente ha riorganizzato il settore legale opponendosi con grande rigore alle richieste di risarcimento che non integrano in maniera compiuta tutti i requisiti che la legge e la giurisprudenza richiedono, ed ora numerose sono le sentenze, sia del Giudice di Pace che del Tribunale, di rigetto delle richieste di risarcimento con condanna alla refusione delle spese di lite in favore del Comune a carico della parte soccombente. Di recente, infatti, non sono insolite le sortite di sventurati cittadini che vengono in Comune per richiedere piani di pagamento rateale delle spese legali dovute all’Ente dopo aver avviato infondate cause di risarcimento puntualmente rigettate dal Giudice. Mediamente le somme variano da € 1.500,00 ad € 4.500,00, cui vanno aggiunte le spese di giustizia per bolli e consulenti tecnici, oltre agli onorari dovuti al proprio avvocato che nonostante l’esito infausto della causa ha diritto al pagamento della propria prestazione a carico del proprio assistito. La forbice può così allargarsi a somme comprese tra i 4mila e i 12mila euro, a volte per risarcimenti reclamati di alcune centinaia di euro”.