Pescara, tagli al sociale: sindacati protestano in Consiglio comunale

protestasindacaticonsigliocomunalePescara. Lavoratori e pensionati hanno affollato questo pomeriggio la sala consiliare del Comune dove era prevista la prima seduta di discussione del bilancio. A guidarli, unite, le sigle sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Spi, Fnp e Uilp contro i tagli previsti in bilancio dall’amministrazione Albore Mascia ai servizi sociali e gli aumenti dei servizi alla persona.

“Siamo qui a protestare per i tagli vergognosi”, dice il segretario provinciale Uil Luca Piersante, “soprattutto quello di 480mila euro per i servizi ai disabili”. A preoccupare la Uil è il rischio di “inciuci” che con i circa 1200 emendamenti presentati al bilancio dalle opposizioni “si potrebbero verificare durante la discussione” tra la Giunta e il resto dell’aula. “Speriamo in un recupero delle risorse, ma che siano ricondotte al sociale e non a finanziamenti a pioggia”, aggiunge Piersante. Sedie piene e posti in piedi: i manifestanti si sono civilmente accomodati in aula già mentre il vicepresidente del Consiglio, Gianni Santilli, faceva l’appello per i consiglieri presenti. Una seduta non prevista in sessione aperta, quella odierna, che lo è, comunque, diventata, quando il sindaco ha accettato di ascoltare le richieste se ad esporre al microfono fosse salito un solo rappresentante, per non “violare la liturgia dei lavori del Consiglio”.

E’ stato quindi Paolo Castellucci, segretario provinciale Cgil, a leggere le richieste che, riportate in un documento, sono state recepite dal capogruppo Pd Moreno Di Pietrantonio, ed inserite all’ordine del giorno della seduta. Queste le richieste: eliminare il taglio di 442mila euro alle politiche sociali riducendo le spese per gabinetto del sindaco, avvocatura, lavori pubblici, ecc; ritiro delle delibere che aumentano i costi delle mense scolastiche e delle rette per gli asili nido, riducendo le spese appena citate; annullamento degli aumenti delle tariffe per i parcheggi; istituzione di una fascia per l’addizionale Irpef ad aliquota pari allo 0,2×1000 per i redditi tra 15mila e 20mila euro, da operare con il bilancio 2012. “In un momento in cui aumentano i disoccupati, le persone in mobilità e in cassa integrazione, si alza il numero di poveri e di lavoratori che si rivolgono alla Caritas, l’amministrazione comunale dovrebbe porsi come priorità la garanzia dell’assistenza alle fasce deboli”, sottolinea all’aula Castellucci, “non condividiamo affatto l’aumento di tariffe che ricadono su persone che già pagano un prezzo troppo alto per loro, per giunta per dei servizi che ora vengono tagliati. In un momento in cui l’attività sociale è già residuale, non chiediamo un aumento di questo capitolo ma il mantenimento alla quota del 2010 di 5.363.966 euro. Speriamo in una vostra assunzione di responsabilità”.

Una protesta tranquilla e civile: bandiere sventolanti ma nemmeno un grido. Fin quando Mascia, giustificandosi con un abituale: “Ci piacerebbe, ma non si può accontentare tutti, soprattutto a cavallo del federalismo municipale”, si è lasciato scappare un: “Non siete solo voi a rappresentare i 30mila anziani di Pescara”, intendendo dire ai manifestanti che il Consiglio avrebbe agito al meglio. Urla e fischi sono stati oggetto della violenta reazione del pubblico. Animi caldi, infuocati definitivamente quando Santilli ha annunciato che l’ordine dei lavori sarebbe proseguito con i tre punti già fissati all’ordine del giorno, e che solo alla fine si sarebbe proceduto ad affrontare le richieste esposte dai sindacati. “Qui ci sono persone di 70 anni”, ha urlato dalla folla Castellucci, “non possiamo accamparci qui in eterno”, prevedendo le comprensibili lungaggine che concernono a pesanti discussioni come l’approvazione del patrimonio immobiliare e il programma triennale delle opere pubbliche. Santilli ha allertato l’intervento della polizia municipale per mantenere l’ordine, scatenando ulteriormente la bagarre. “Tra i 1200 emendamenti presentati sono previsti molti dei punti da voi toccati”, ha insistito il primo cittadino, “anticipare il vostro ordine del giorno non sarebbe corretto in termini tecnici”, riportando la calma con il compromesso di sospendere la seduta per alcuni minuti e approfondire con i rappresentanti sindacali le richieste esposte.

Daniele Galli


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