Chieti. Da circa sei anni la città di Chieti non ha più la biblioteca provinciale De Meis, crollata di notte e mai ricostruita. A chiedere la sua riapertura Alessandro Marzoli, vice presidente del Consiglio comunale, che tuona in proposito: “Nel cuore del capoluogo c’è un vuoto angosciante che non rappresenta solo la diminuzione di volume architettonico o la mancanza di un prezioso luogo di studio, ma anche un vuoto di certezze sul futuro della struttura. Abbiamo assistito in questi anni a lunghi percorsi burocratici, cantieri infiniti, querelle deprimenti e lunghissimi blocchi nei lavori e negli ultimi mesi a scambi di accuse di immobilismo tra amministratori, che non rappresentano certo una soluzione per risolvere il problema. Siamo fortemente preoccupati perchè sembra che il futuro della biblioteca De Meis interessi realmente solo ai cittadini che vorrebbero fruirne, ma che non comprendono tutta la confusione che si è venuta a creare sulla gestione della ricostruzione dell’ edificio”.
Marzoli dichiara di non capire se la Provincia abbia effettivamente a disposizione la somma di denaro necessaria e, se così fosse, perché non l’abbia ancora utilizzata. Non solo. Il vice presidente richiama alla mente le recenti dichiarazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura Febbo, che “si è vantato nei giorni scorsi sugli organi di stampa di aver recuperato risorse da destinare allo scopo, ma per alcuni si tratta comunque di fondi che erano già stati promessi in passato per la ricostruzione della De Meis. Se dunque c’è oltre un milione di euro a disposizione per la biblioteca e sono state approvate le linee di indirizzo per l’ intervento, quali altri problemi impediscono di ripartire con i lavori? Siamo fortemente convinti che sia finito il tempo dei comunicati e degli annunci e sia arrivato il momento di restituire alla città di Chieti la sua biblioteca. Come può una città come la nostra, che dovrebbe avere l’ intenzione di investire sul turismo culturale, non avere una biblioteca degna di tal nome? E’ il momento che la sbandierata filiera tra regione, provincia e comune inizi a lavorare per il bene della nostra città. Chediamo pertanto un cronoprogramma che fissi tempi certi per programmare la riapertura completa di un luogo di studio e di ricerca per tante generazioni di Teatine e Teatini e che ancora oggi moltissimi studenti aspettano di tornare a vivere in sicurezza”.