Tre gli assi portanti: lo sviluppo della ‘città verticale’, l’approfondimento sull’uso delle aree agricole per finalità turistico-ricettive e soprattutto lo studio per la rivisitazione delle schede del patrimonio storico e architettonico da sottoporre a tutela. Lo ha annunciato l’assessore allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli nel corso della conferenza stampa odierna convocata per illustrare e presentare ufficialmente la delibera.
“Il Consiglio comunale – ha spiegato l’assessore Antonelli – dovrà votare un atto elaborato dal Settore programmazione del territorio. Il documento punta innanzitutto a eliminare le contraddizioni tra gli articoli per consentire una lettura univoca dei contenuti, a eliminare gli errori materiali, le parti annullate da sentenze definitive e quelle non strettamente di competenza al fine di snellire l’articolato; inoltre puntiamo alla semplificazione del calcolo volumetrico e superficiario, alla specificazione degli elementi di arredo e decoro degli edifici, come le famose ‘velette’, dando maggiore elasticità all’interno delle destinazioni d’uso. Ma soprattutto obiettivo dello strumento è quello di dare maggiore impulso alla verticalizzazione della città, acquisendo maggiori aree di cessione e spazi liberi”. Ma Antonelli, mette subito in chiaro le cose e “a scanso di equivoci”, precisa come la procedura non miri a incrementare le costruzioni, ma solo ed esclusivamente a riscrivere le regole per occupare meno terreni e più ‘aria’ per recuperare gli spazi a terra. I terreni ora serviranno per realizzare superfici verdi e parcheggi pubblici indispensabili alla città. “Non solo – ha proseguito l’assessore Antonelli -: vogliamo rivedere gli ambiti interessati dai Piani di recupero attraverso una rimodulazione delle premialità volumetriche e l’individuazione di nuovi ambiti. Il nostro obiettivo è quello di incentivare tali programmi concedendo una maggiore premialità volumetrica, oggi pari al 30 per cento, che potremmo incrementare sino al 50 o 60 per cento in caso di demolizione e ricostruzione ex novo”. Nella delibera, ancora, si prevede “la rivisitazione degli ambiti interessati dalla Sottozona B10, ossia aree non espropriate nei Piani di zona scaduti, attraverso una rimodulazione delle destinazioni d’uso, oggi classificate come ‘case-albergo’ assolutamente improponibili. Da quanto ha poi ancora esposto Antonelli, si parlerebbe di aree concretamente abbandonate, sulle quali i cittadini comunque pagano l’Ici e che l’amministrazione mira a utilizzare per il Social Housing. Tuttavia la parte centrale dell’attività sarà la rivisitazione delle schede del Patrimonio storico-architettonico affidata a professionalità locali, o meglio a chi “studia in città e per la città”, in primis dunque la Facoltà di Architettura dell’Università ‘D’Annunzio’, la Sovrintendenza, la struttura interna ed eventuali professionisti esterni. Se venerdì la delibera supererà il voto del Consiglio, già per lunedì Antonelli promette di mettere al lavoro la task force.
Monica Coletti