La magistratura indaga sull’assessore Muraro da aprile. Virginia Raggi ammette di essere a conoscenza delle indagini da oltre un mese ma sottolinea che “Nessuno ha mentito”.
Non si placa la tempesta sul comune di Roma guidato da Virginia Raggi. Dopo le polemiche sulle nuove nomine seguite alla raffica di dimissioni che ha colpito la giunta Raggi negli scorsi giorni, una nuova tegola è caduta sull’amministrazione capitolina; l’assessore Paola Muraro è indagata dalla procura di Roma che le contesta la violazione del Testo unico sull’ambiente, in particolare dell’articolo 256 che tratta dell’ attività di gestione rifiuti non autorizzata.
I fatti contestati alla Muraro sono precedenti alla sua nomina ad assessore, risalgono infatti al periodo in cui ha lavorato come consulente dell’ Ama, l’azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti nella capitale. L’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta il 21 aprile 2016 ma l’assessore Muraro, che non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, ne è venuta a conoscenza solo lo scorso 18 luglio, in seguito ad una sua specifica richiesta alla Procura della Repubblica.
A destare furiose polemiche non è tanto l’iscrizione nel registro degli indagati dell’assessore Muraro, quanto il fatto che esponenti di punta del Movimento 5 Stelle, che hanno fatto della trasparenza una bandiera, abbiano tenuto la notizia nascosta all’opinione pubblica e al direttorio dello stesso Movimento. La circostanza è infatti emersa ufficialmente solo ieri, durante l’audizione del sindaco Raggi e della Muraro davanti alla commissione Ecomafie.
Nel corso della lunga audizione, Virginia Raggi ha ammesso di essere a conoscenza dell’iscrizione della Muraro nel registro degli indagati fin dallo scorso 19 luglio ma di non aver reso pubblica la notizia perché si trattava, a suo dire, di una “contestazione troppo generica per capire di cosa stiamo parlando”; il sindaco di Roma ha poi spiegato che “non appena ci saranno maggiori informazioni prenderemo provvedimenti”.
A onor del vero andrebbe detto che la notizia su possibili problemi giudiziari della Muraro circolava già da tempo, ma sia la diretta interessata che il sindaco Raggi hanno sempre smentito le indiscrezioni, smentite che oggi suonano come menzogne anche se l’assessore ha respinto l’accusa spiegando che “ La domanda che fanno i giornalisti è “hai avuto un avviso di garanzia?” e io un avviso di garanzia non l’ho avuto”.
Ad aggravare ulteriormente la situazione, il fatto che anche il direttorio del Movimento 5 Stelle è stato tenuto all’oscuro di tutto, a quanto pare infatti Virginia Raggi ha parlato del problema solo con una ristretta cerchia di persone tra cui ci sarebbero : il deputato Stefano Vignaroli, la senatrice Paola Taverna e l’eurodeputato Fabio Castaldo. Gli altri esponenti di punta del Movimento sono venuti a sapere della vicenda dai giornali e questo spiega forse il loro imbarazzato silenzio di queste ore.
Non è rimasto in silenzio invece Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma, sospeso mesi fa dal Movimento 5 Stelle per non aver diffuso la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, ha infatti twittato sarcasticamente “ In effetti stando seduti in riva al fiume passa un sacco di gente”. Poco dopo il velenoso tweet, Pizzarotti ha rincarato la dose chiedendo le dimissioni del Direttorio e dichiarando: ”Nei due anni in cui gestisce il Movimento 5 Stelle sono stati scaricati due sindaci, il sindaco di Gela e di Quarto, un terzo è stato sospeso oltre cento giorni fa senza che esistesse una regola per farlo, e ora vi è il caos a Roma, con un rimpallo di accuse tra chi dice di aver avvisato il Direttorio e chi invece sostiene di non sapere nulla dell’indagine in corso nei confronti dell’assessore Muraro. Tutto questo è stato causato da una grave mancanza di regole chiare a tutti”